In località Li Punti, a circa 3 km di distanza da Sassari, all’interno di un bell’uliveto curato e ben tenuto che si estende per una vasta area, si erge la chiesa di Santa Barbara, confinante con la chiesa “sorella” di S.Antonio di Enene per il tramite di un semplice muretto a secco posto a limitare i due mappali principali. È però indubbia l’unità dell’ambiente formato dalle chiese e dal loro contesto ambientale di paesaggio. L’impiego di pietra calcarea locale a vista, oltre a soddisfare l’esigenza dei costruttori di una immediata disponibilità del materiale costruttivo, costituisce altro elemento di collegamento fra le costruzioni sacre e fra esse e il contesto naturale sia geologico che vegetale, sottolineando così il profondo legame tra natura e chiesa.
La storia dell’insediamento umano in questa zona è da ricercarsi in epoca medievale quando le due chiese sorgevano all’interno dell’area del villaggio di Innoviu o Annoio. Attraverso i secoli esse hanno assistito di volta in volta all’addensarsi intorno a loro di interi villaggi e poi al rarefarsi di intere comunità e infine al dominare della vegetazione e del silenzio.
La chiesa di Santa Barbara rappresenta un interessante esempio di Romanico minore.
Nella centina del portale nord è incisa l’epigrafe di consacrazione che, pur mutila, può riferirsi ad anni compresi fra il 1270 e il 1280. La chiesa, costruita in conci calcarei di media pezzatura, perfettamente squadrati e con inserimenti di filari in cotto, ha pianta mononavata con copertura lignea e abside a sud est. La facciata è conclusa da un grande campanile a vela, serrata fra paraste d’angolo e decorata con archetti a doppia ghiera ricavati in un unico concio. La testata absidale presenta archetti ogivali a unica ghiera che hanno nella lunetta l’alloggio per bacini ceramici, quasi tutti asportati. Solo uno, con la figura di un pesce, è sopravvissuto “in situ”.