Il sito archeologico si colloca in un terreno terrazzato posto ai piedi dell’aggere di Pioppi Vecchi, a ca. 400 m s.l.m. L’area si presenta disposta su tre terrazzi coltivati ad uliveto e delimitata da alti muretti a secco. In passato, nel corso di varie lavorazioni agricole, sono affiorati nell’area manufatti in ceramica, tegoloni e reperti ossei riferibili alla presenza di sepolture.
Il terrazzo centrale è stato interessato da indagini archeologiche svolte dalla Soprintendenza nel 2014.
Lo scavo ha portato al rinvenimento di parte di una necropoli ed in particolare di cinque sepolture in muratura, due singole e tre bisome.
Nel corso delle esplorazioni si è potuto constatare che le sepolture, pur presentando un diverso stato di conservazione, sono state soggette a vicende post-deposizionali che le hanno in parte intaccate, quali attività agricole e, sicuramente, manomissioni da scavo clandestino. Tra le tombe, una in particolare (tomba 3) ha restituito lo scheletro parzialmente distrutto nella parte superiore e con accanto alla tibia sinistra una riduzione sepolcrale con vasellame riconducibile in parte alla sepoltura precedente. Rilevanti le tombe 4 e 5, sempre del tipo a muratura e costruite appoggiate l’una all’altra a partire dal muro Nord della tomba 3. Esse hanno restituito alcuni pregevoli elementi di corredo come le tipiche piccole brocche in terracotta e numerosi elementi di ferro e bronzo (orecchini, fibbie, bracciali), nonché resti di contenitori in vetro, che ben si confrontano con i contesti coevi noti dal territorio (Scolacium, Simeri Crichi, Cropani, Monasterace e Stilo). Nella muratura delle sepolture sono stati riutilizzati alcuni frammenti laterizi tra cui una menorah stilizzata graffita a crudo, indice della presenza di un precedente insediamento ebraico. I manufatti recuperati hanno permesso di ricondurre il contesto sepolcrale al VI-VII sec. d.C. Alla prei-protostoria e all’età classica fanno riferimento, invece, alcuni materiali residuali recuperati negli strati alto e post-medievali e che attestano una frequentazione più antica dell’area non ancora ben documentata.

