La Chiesa di Sant’Agostino, originariamente denominata di Santa Lucia, è di un monumento esistente già nel 1265 e che sorgeva sui reperti di una costruzione romana. Nel Quattrocento e Seicento l’edificio venne ricostruito e, infine, durante la Seconda Guerra Mondiale la chiesa fu rasa al suolo dalle distruzioni belliche ed è ora in corso il recupero per farne la sede dell’istituendo Museo Diocesano. Della chiesa medioevale sopravvivono oggi la fiancata orientale i resti di affreschi del Trecento e gli episodi degli aneddoti della Vita di Santa Lucia del Quattrocento. La trasformazione interna venne realizzata nel 1685 dove venne costruita la grande volta a padiglione di cui il fanese Giambattista Manzi ne affrescò il riquadro centrale con una finta prospettiva architettonica. Oggi, purtroppo, volta e affresco sono perduti e solo la prima potrà essere recuperata, insieme con le belle decorazioni a stucco che ancora ornano le due pareti laterali e quella verso l’ingresso. È rimasto inalterato il chiostro rinascimentale dalle snelle colonne tuscaniche della seconda metà del cinquecento. Sul lato meridionale del chiostro sono anche ben visibili due eleganti bifore che, appartenute alla costruzione primitiva, forniscono luce a quella che fu l’antica sala capitolare dal bellissimo soffitto ligneo cuspidato risalente al sec. XV. Sotto il convento sono visitabili le strutture romane sulle quali poggiano sia la chiesa che il convento. I reperti si pensa siano identificati alternativamente con la Basilica progettata dall’architetto Vitruvio. I resti si articolano in un lungo muro a blocchetti di pietra intervallato da pilastri e finestre, piccole arcate disposte a ventaglio, una parete con abside, colonne e canalette di scolo.