Il Complesso San Giuseppe è un complesso architettonico caratterizzato da tre entità principali: l’ex Collegio dei Gesuiti, la chiesa di San Giuseppe e gli edifici verso via San Giuseppe.
Le vicende della Chiesa si intrecciano con quelle del contiguo ex Collegio e con l’arrivo dell’Ordine dei Gesuiti nella città di Pinerolo. Nel 1656 la città di Pinerolo chiese ai Padri Gesuiti di aprire un Collegio nella città per l’istruzione dei giovani, impegnandosi nella costruzione di un’apposita sede. L’ex Collegio dei Gesuiti venne costruito da maestranze locali verso la fine del XVII secolo, denominato Collegio “dei Nobili” e a metà del Settecento venne soppresso. I locali vennero consegnati l’anno successivo dalla Diocesi di Pinerolo alla Congregazione di Carità, che li adattò e vi installò l’Ospedale civile della città, denominato San Giuseppe. A questo Ospedale fu unito, agli inizi dell’Ottocento, il preesistente Ospedale degli Infermi, con l’acquisizione dei locali attigui dell’edificio dell’ex Convento di San Domenico, confiscato all’ordine religioso. Infine nel Novecento venne destinato a “Casa del fanciullo”, fino al 1977.
La chiesa, dedicata a San Giuseppe, venne edificata dai Gesuiti tra il 1641 e il 16822 per donazione del comune di Pinerolo e dalla famiglia del conte Falconbello, e fino al 1774, quando il collegio diventò sede dell’Ospedale di Carità, rimase il fulcro dell’attività religiosa all’interno della comunità, per poi essere aperta al pubblico. Fu restaurata nel 1888, poi negli anni 80 del Novecento circa sconsacrata. La pianta è a croce latina, con navata unica, con abside rettilineo. La navata è coperta da volte a crociera nervate e le cappelle da volte a botte, separate da arconi a tutto sesto decorati.
L’Ex Collegio dei Gesuiti ha in pianta uno sviluppo irregolare, le maniche, costituenti il complesso, vengono percorse per tutta la loro estensione, da lunghi corridoi, i quali si affacciano su una corte interna. Tutta la struttura, costituita da tre corpi principali, si articolava attorno ad un cortile rettangolare, mentre sul retro erano collocati i locali delle “dipendenze”, con fienili, depositi per attrezzi, legnaia, pollaio, stalle, giardino e orto. Il fronte principale, prospiciente via Luciano, si sviluppa su tre piani fuori terra, sottolineati da cornici marcapiano in cotto. Sulla superficie in muratura mista a vista, si aprono una serie di finestre rettangolari, inquadrate da cornici in cotto, provviste di persiane ai piani superiori e protette da inferriate al piano terra, disposte in modo regolare sul prospetto.