L’edificio si pone come uno degli esempi più validi di architettura religiosa minore esistente nell’agro di Seclì e appartenente alla tipologia delle chiesette rurali di cui il territorio circostante è particolarmente ricco per via della fitta densità di popolazione registrabile nelle contrade. L’edificio ha assunto i caratteri che oggi mostra probabilmente nel XVII secolo.

Il fabbricato ha dimensioni modeste ed aspetto alquanto dimesso, del tutto conforme alla loro natura di elementi di arte povera. Nel caso particolare la costruzione si distingue per la sua struttura costruttiva un po’ più articolata sia per la ricca decorazione pittorica di cui sono rimaste consistenti tracce. Per il primo casi si nota, infatti, che alle semplici pareti d’ambito uniformi ed inerti, si sostituisce qui il sistema della distribuzione dei pesi della copertura sui grandi arcioni ciechi dei muri laterali, visibili anche all’esterno e intervallati da pilastri, trai quali erano probabilmente collocati degli altari laterali.

Realizzata in conci di pietra regolarmente squadrati, la costruzione ha pianta rettangolare. La facciata uniforme è interrotta solo in corrispondenza del portalino rettangolare centrale e del soprastante oculo strombato.

Il dato figurativo più qualificante è costituito dalla vivace decorazione pittorica a carattere devozionale, ascrivibile a frescanti salentini del XVII secolo. Benché degradata per il lungo abbandono e l’incuria, tale decorazione mostra ancora brani di apprezzabile valore per la loro robusta policromia e per la loro dichiarata semplicità narrativa.