L’ex eremo Camaldolese, ribattezzato il “Ventoso”, risale al 1606 e per circa 200 anni, fino alle soppressioni napoleoniche di inizio 1800, ha ospitato comunità di 10-12 eremiti dediti al lavoro agricolo ed alla contemplazione. Nel 1799 l’edificio è stato severamente danneggiato e saccheggiato dai rivoluzionari napoletani; è stato riabitato nel 1815 quando Gioacchino Murat decise di ritirarsi per alcuni giorni dopo la battaglia di Tolentino.
Caratteristica peculiare è la collocazione dei grandi alberi, messi a dimora a protezione della struttura. Antistante l’eremo la Chiesa di Santa Maria in Jerusalemme ne oscurava la vista dalla città.
L’intera struttura originaria dell’Eremo vicano è ancor oggi integralmente conservata, ad eccezione di alcune delle dodici celle che sono andate distrutte e della grande chiesa della quale oggi abbiamo documentato il muro perimetrale posto a sinistra rispetto all’ingresso originale.
Lo stemma camaldolese raffigura un calice a cui si abbeverano due colombe; esso permane scolpito alla base del pozzo antistante l’ex eremo.