Il caratteristico borgo di Crapolla, ancora utilizzato dai pescatori come ricovero per le loro barche, a piedi, da Torca, scendendo per una gradinata di oltre 700 scalini, con una passeggiata di circa 30 minuti.
La storia vuole che Crapolla fosse stata abbandonata dai romani nei primi secoli dell’era cristiana; essa però tornò a rivestire un ruolo importante grazie ad una imponente abbazia qui costruita all’inizio dell’anno mille. Tale edificio, descritto come un “tempio con colonne di marmo e con suolo lavorato a mosaico “, fu sicuramente uno dei più belli e ricchi dell’epoca. Quest’ultimo, sorto come Monastero dei Benedettini Neri, nel corso dei secoli fu possedimento di vari ordini monastici. Dell’originaria Abbazia di San Pietro non resta che una cappella votiva intitolata allo stesso Santo, costruita con le stesse pietre dell’antico edificio; oggi sono ancora visibili dei fusti di colonne ed alcune basi marmoree.
Il fascino paesaggistico molto particolare di questo sito si lega a tutte quelle vicende storico-culturali che affondano le radici anche nelle tradizioni e nei costumi dei pescatori locali. Che fosse questa una zona di intenso traffico marittimo nei tempi antichi, è dato ormai risaputo, ma a ciò bisogna aggiungere le vicende contrastate dovute alla presenza di edifici religiosi (volutamente costruiti dai monaci in territori impervi come questo) piuttosto “graditi” ai saraceni per le ricchezze custodite.
Sul sito dove oggi sono visibili i resti dell’Abbazia vi era una villa romana. Dalle fonti storiche sappiamo che il fabbricato dell’antico monastero stava ancora in buone condizioni nel 1583. I dormitori dei monaci furono vistati da mons. Asprella nel 1603 ed il Nepita nel 1685 visitò, dopo la chiesa, l’atrio contiguo, dal quale si saliva al refettorio dei monaci, che era ornato di pitture di Santi Benedettini. Nel 1795 si parla dell’Abbadia come esistente, ma essa doveva esser già mezza rovinata, come può scorgersi dai documenti dell’epoca. AI tempi dei Francesi era completamente distrutta.
La chiesa apparteneva all’abbazia e fu edificata su un tempio pagano. Era a pianta rettangolare e costruita a tre navate, con colonne di marmo dipinto, ed aveva il pavimento a mosaico. Dai pochi ruderi che rimangono si riconosce chiaramente la chiesa, che stava ad oriente del monastero. Due colonne granitiche, di piccola dimensione, abbattute tra il materiale della volta crollata, erano appartenute ciascuna ad una delle due file di colonne dividenti le tre navi. La chiesa era orna di affreschi e provvista un piccolo pronao, con tre porte corrispondenti alle tre navate, che davano nell’atrio chiuso del monastero.