Lo stabilimento originario della Società Italiana della Seta Artificiale (poi SNIA) fu realizzato tra il 19O5 e il 1906, costituito da una serie di fabbricali a shed adibiti a tutte le fasi di lavorazione e tintura della seta artificiale e da tre fabbricati a due piani destinati ad uffici, all’alloggio dei capifabbrica, al serbatoio dell’alcool e dell’acqua.
Nella prima metà del 900 il complesso subì una serie di espansioni in successione, con l’aggiunta di diversi manufatti. Fino a pochi decenni fa, la SNIA è stata uno dei più grossi complessi italiani del settore, e il più rilevante per dimensioni a Pavia, la cui attività è cessata attorno agli anni ’70 in seguito alla crisi che ha investito tutto il gruppo Snia, dopo una progressiva dismissione dei comparti produttivi (con relativo aumento progressivo delle aree dismesse interne) e riduzione del personale fino alla totale chiusura e parziale vendita e cessione di proprietà dell’area.
Nel corso degli ultimi anni nell’area dove sorge il complesso industriale (circa 240.000 mq) si è potuto assistere a diversi utilizzi, il più rilevante dei quali è sicuramente l’occupazione abusiva per fini abitativi di strutture e capannoni da parte di diversi gruppi di persone.
Gran parte della consistenza edilizia è stata oggetto di interventi di demolizione che hanno portato all’abbattimento di vari corpi di fabbrica, soprattutto nella parte meridionale dell’area, mentre le restanti parti sono state abbandonate con conseguente peggioramento delle condizioni di conservazione.