Forte San Procolo venne costruito tra il 1840 ed il 1841 per volere del feldmaresciallo Radetzky, su progetto del maggiore generale Franz von Scholl e direzione del dal maggiore ingegnere Johann von Hlavaty.
Si tratta di un grande forte a tracciato poligonale (sistema poligonale misto della scuola fortificatoria neotedesca), con ridotto centrale che poteva ospitare oltre 400 uomini. Presenta impianto ettagonale asimmetrico, con ridotto centrale a corte, su pianta quadrata.
L’opera principale del forte è costituita dall’alto terrapieno a inviluppo ettagonale, col ramparo e le postazioni di artiglieria a cielo aperto. Sull’intero perimetro, il terrapieno con scarpa a pendenza naturale è difeso dal fosso asciutto e dallo spalto antistante. Il fosso è battuto da quattro caponiere casamattate, ordinate per fucilieri, in corrispondenza delle quali il terrapieno è provvisto di due ali di muro di rivestimento aderente; nel fosso, al posto del muro distaccato alla Carnot, una semplice palizzata difende il piede del terrapieno.
All’interno del forte si erge il ridotto casamattato a pianta quadrata. L’edificio, costruito con semplicità ed essenzialità, si articola attorno ad una corte centrale. Lo spazio si sviluppa su due livelli separati da un solaio ligneo e si presenta completamente libero e privo di partizioni interne. Ogni lato misura circa 35 m, per un’altezza di 3 m a piano terra e 3.10 a piano primo.
Ai vertici del ridotto centrale, a due piani, si alternano caponiere alla Montalembert e caponiere simili a piccoli bastioni, alle quali si accedeva dalla galleria per fucilieri disposta sull’intero perimetro dell’opera.
Quattro grandi traverse casamattate, dotate di polveriere, frazionano lo spazio del piazzale interno e, inserendosi nel terrapieno, danno accesso alle poterne, in comunicazione con le quattro caponiere che fiancheggiano il fosso. Nel fronte sud-orientale dell’ettagono, verso la cinta magistrale, era situato l’ingresso al forte, difeso da una galleria per fucilieri. Attraverso una poterna si accede, dal piano del fosso, al piazzale interno; da qui si entrava nel ridotto attraverso il ponte levatoio sul fosso diamante.
Usato come carcere durante la Prima Guerra Mondiale, il forte restò per molti decenni in uso alle Forze Armate per cadere poi in stato di abbandono. L’invasione della vegetazione infestante rende difficile l’esame dello stato di conservazione delle aree esterne. Il terrapieno è stato parzialmente sbancato (settore sud-est) e la poterna d’ingresso parzialmente interrata. Parte del fosso e delle relative caponiere sono state interrate (vertice sud). Su questo interramento, e su gran parte dello spalto, sono state costruite palazzine residenziali demaniali, anche in tempi recenti. Nello spazio esterno di pertinenza del forte sono disposti tettoie e baracche. Il terrapieno ettagonale è coperto da una boscaglia impenetrabile. Il ridotto centrale è stato oggetto della cura spontanea di associazioni cittadine, che ne hanno ripulito gli spazi interni, e si trova in uno stato conservativo discreto.
Il Forte Procolo è riconosciuto di particolare interesse perché importante baluardo militare facente parte della prima opera di fortificazione staccata, posta a difesa della città di Verona, eretta dagli Austriaci nell’Ottocento, esempio notevole dell’ingegneria militare dell’epoca.