La villa è posta sulle rive del Mincio, adiacente al ponte della Gloria, si presenta come un insieme eclettico di tutti i gusti costruttivi che vanno dal ‘400 al ‘900 nella composizione di vari stili, con vaghe reminescenze fancelliane, ed è possibile che siano stati inseriti elementi della leggendaria villa Gonzaghesca ora scomparsa. All’interno sono presenti ampie finestre ad arco tondo, fumaioli in cotto e sasso vivo, poggioli, un pozzo con stemmi araldici, un grande graffito che riproduce scena di caccia, un belvedere. All’interno della villa erano presenti stupendi affreschi giulieschi che furono coperti all’arrivo dei Cappuccini. Continui ritocchi e spregiudicate aggiustature hanno in parte snaturalo la villa che però mantiene, con il suo grande parco ottocentesco, un rapporto straordinario con l’ambiente naturale. In passato essa fu sede del convento dei frati Cappuccini (1610), cacciati alla fine del ‘700 da Napoleone il quale procedette alla confisca dei beni religiosi. Qui l’esercito francese vi costituì un’ ospedale per il ricovero dei feriti di guerra. Anche se non è possibile affermarlo con certezza è probabile che il parco interno fosse popolato da vari animali, quasi un giardino zoologico, e che la giraffa ne fosse l’emblema, così come si può’ vedere sulla facciata anteriore dell’ingresso. Verso la metà’ dell’ottocento la tenuta è utilizzata parzialmente come locanda là dove poi fu convertita in piccola chiesetta.
