I ruderi dell’antica chiesa dedicata a Santo Stefano in Manciano di Trevi si trovano a quota 527 sulla cima del colle omonimo, prospettante sul Fosso Rio che segna il confine con Foligno. È un edificio di culto risalente circa al XII secolo con un ampliamento forse riferibile al secolo successivo, di cui restano oggi solo pochi resti, immerso nella fitta vegetazione boschiva.
Rimangono solo le mura perimetrali della chiesa, l’elegante abside semicircolare e la cripta. Dell’antica abbazia adiacente restano soltanto pietre erratiche. All’interno è ancora visibile parte della cripta a sala unica e pianta quadrata. Al di sopra, troviamo i resti del presbiterio sopraelevato e dell’abside semicircolare. Come le chiese coeve, è perfettamente orientata con l’abside a est e la facciata a ovest.
La posizione asimmetrica dell’abside rispetto all’asse della costruzione e la facciata con due portali denotano un ampliamento, verso il lato sud, con conseguente abbattimento della originale parete laterale alla destra di chi entra forse il tutto avvenuto nel XIII secolo.
La chiesa era annessa ad un’abbazia più antica con un insediamento monastico la cui fondazione si fa risalire circa al 600 d.C.
I documenti storici legano questa chiesa all’ordine dei Benedettini, anche se nei resoconti della visita pastorale del Lascaris si cita la presenza di monaci dell’ordine degli Umiliati.
Nel 1429 risulta già abbandonata ed oggetto di un restauro da parte della mensa vescovile spoletina. Da una visita del Barberini del 1612 sappiamo che il campanile era stato devastato da un fulmine e che la campana era conservata nella casa parrocchiale.