L’edificio appartiene al patrimonio identitario connesso all’infrastruttura ferroviaria che struttura, innovando, ampi contesti rurali. Le ferrovie realizzate nel XIX sec. erano dotate di case cantoniere (o caselli) destinate ad ospitare il casellante e la sua famiglia per consentire un controllo continuo della linea, lungo la tratta ferroviaria, ad intervalli regolari, a seconda delle caratteristiche e delle interferenze dei tratti di ferrovia con la viabilità carrabile. Il casellante aveva il compito di controllare tutta la porzione di linea di propria competenza, affinché ne fosse garantita la piena efficienza. Il casello fa parte di quegli organismi edilizi strettamente legati allo sviluppo industriale della fine del XIX secolo, testimonianza delle opere che seguivano la realizzazione della strada ferrata, elementi puntuali di un sistema di comunicazione, funzionali al controllo e alla gestione della linea. Questo edificio, analogo agli altri della stessa linea, è realizzato secondo il linguaggio formale dell’epoca previsto per l’edilizia residenziale, adeguato al ruolo funzionale assegnato alla costruzione specialistica, conferendo quindi dignità di “architettura” ad opere edilizia minore. A partire dal secondo dopoguerra molti caselli sono stati dismessi e abbandonati. La casa cantoniera assolveva funzione di residenza e deposito, si articola in unico corpo di fabbrica a pianta rettangolare regolare e si sviluppa su due piani fuori terra. Realizzato con struttura portante in muratura, rifinita ad intonaco e tinteggiato l’edificio presenta il prospetto principale parallelo alla strada ferrata con un ingresso centrale protetto da pensilina metallica e due aperture simmetriche laterali in asse con altre due aperture finestrate al piano superiore. Il prospetto è intonacato con tonalità uniforme tendente al bianco avorio ad eccezione degli elementi tettonici in pietra (spigoli dell’edificio, cornici marcapiano e cornici di porte e finestre) e i sistemi oscuranti degli infissi sono di colore verde. Probabilmente il nucleo originario dell’edificio era di dimensioni più ridotte e successivamente fu creato un ampliamento, che si presenta architettonicamente diverso, privo di cantonali in pietra a vista, di cornici marcapiano e di specchiature lapidee attorno alle bucature praticate in facciata e con finestre di dimensioni e forma diverse dal nucleo originario. Su tutti i prospetti sono visibili segni di scrostamento dell’intonaco e presenza di croste nere. L’intero perimetro del fabbricato, tranne per la porzione nord che si affaccia su strada, è recintato con muretto realizzato in conglomerato cementizio ed inferriata metallica sovrastante. La copertura è di tipo piana non praticabile. Ad est dell’edificio si estende un’ampia area pertinenziale. Questa casa cantoniera conferma le caratteristiche della tipologia adottata per la tratta adriatica con orizzontamenti voltati in muratura e copertura piana e un’area di pertinenza protetta dalla recinzione originaria. I cantonali presentano elementi a bugna non intonacati che “ammorsano” la muratura, lasciati a vista e in rilievo con funzione decorativa. Non è più visibile la progressiva chilometrica.