Il complesso cimiteriale in esame è realizzato tra il 1808 ed il 1810 in ottemperanza ai dettami dell’editto napoleonico di Saint Cloud – secondo il calendario rivoluzionario — del 23 pratile dell’anno XII (12 giugno 1804), esteso all’Italia nel settembre del 1806 che è,
praticamente, un vero e proprio “alto di fondazione del moderno culto dei morti”, con una serie di prescrizioni e divieti (le inumazioni dovevano avvenire in spazi al di fuori delle mura cittadine e le tombe dovevano avere lapidi uguali per evitare discriminazioni fra i defunti) che suscitano il polemico intervento di Ugo Foscolo nel carme Dei sepolcri (“Nuova legge impone oggi i sepolcri fuor de ‘guardi pietosi, e il nome a’ morti contende”). E’ il Sindaco di Cavriago Magnani che decide, nel 1808, sollecitato dal Prefetto, la costruzione di un cimitero funzionale per le due parrocchie limitrofe, San Nicolò e San Terenziano. Il cimitero è inaugurato il 5 ottobre 1810 dal Sindaco Antonio Chiloni, che per l’occasione richiede la presenza di un reparto di militari della Guardia Nazionale.
Per la costruzione del camposanto sono necessari lavori di sistemazione dell’attiguo Rio Cavriago, il cui alveo è in parte spostato verso est mentre la sponda sinistra è rialzata con terreno di riporto per poter superare, almeno in parte, il forte dislivello del terrazzamento naturale. Il primo nucleo del campo di inumazione copriva un’area a pianta trapezoidale che è ampliata nel 1852 sul lato nord con un altro campo rettangolare, conservando tuttavia l’unità stilistica del primitivo impianto, Nel 1857 è costruita la cappella mortuaria.
Nel cimitero sono sepolti soprattutto i Cavriaghesi, appartenenti alla fascia più povera, falcidiata dalla malnutrizione e dalle epidemie, quale quella di colera del 1855 che fece molte vittime fra la popolazione. Nei primi decenni del secolo scorso sono eseguiti molti interventi di riparazione del muro perimetrale, in più punti fuori piombo, ma il 7 gennaio 1923, giorno dell’inaugurazione del nuovo cimitero comunale, si decide la sua chiusura. Il progressivo abbandono lo ha trasformato in un luogo di grande fascino estetico e in un piccolo tesoro di memoria. Questa rara testimonianza di museo di scultura funeraria en plein air, è stato incluso all’interno di un progetto di restauro e recupero urbanistico che prevede l’inserimento del cimitero in esame all’interno di un vero e proprio parco pubblico.
Il cosiddetto Cimitero Vecchio, di origine napoleonica, d’impianto neoclassico, non è più in uso dal 7 gennaio del 1923 quando viene inaugurato l’attuale cimitero comunale, anche se è aperto in occasione delle festività religiose. Il Cimitero, dall’impianto planimetrico pressoché trapezoidale, è delimitato da un muro perimetrale (che varia in altezza da 2,50 m circa a 3,40 m. circa), posato su un basamento in pietra spaccata a vista, in muratura di mattoni intonacata intervallata da paraste leggermente aggettanti in laterizio a vista e concluso da una copertina a displuvio, in tavelle di mattoni che ha sostituito quella originaria in coppi. Il fornice d’ingresso, al centro del lato prospiciente Via Cavour, è compreso fra due paraste che si raccordano senza capitello alla trabeazione coperta da coppi in laterizio, con una tipologia simile ai portali delle corti coloniche dell’area reggiana. Un vialetto si diparte dall’ingresso dividendo in due settori il campo cimiteriale, dove tuttora si trovano, benché in totale abbandono, monumenti funebri con decorazioni in marmo, in ferro battuto, in ghisa, che rappresentano, oltre che un’interessante antologia delle varie correnti artistiche che si sono succedute nei 112 anni di utilizzo del camposanto, anche una summa delle vicende del paese stesso in quel periodo. Si segnalano, per esempio, la lapide dedicata ai pionieri
del movimento socialista a Cavriago e la tomba di tre soldati stranieri morti nell’ospedale militare allestito nell’asilo comunale durante la prima guerra mondiale. Tutte le tombe sono interrate, solo una è caratterizzata da un’edicola a tempietto di gusto pompeiano con colonne laterizi e incamiciate, mentre molto numerosi sono i sepolcri a cippo, fra cui spicca uno a foggia di braciere neo-attico, e un altro raffigurante un bambino. Una croce in ghisa, giocata sull’elegante sinuosità della trama vegetale che compone 1 bracci, è un bell’esempio
di stile Liberty. Tante sono le semplici lapidi infisse sul paramento interno del muro perimetrale.
Il Cimitero ha valenza architettonica e storico-testimoniale.