L’oratorio sorge isolato all’esterno della cinta della cascina e della casa padronale di Tavernasco, in prossimità delle ex case di salariati. Il fabbricato ha impianto a base rettangolare, a unica navata e profondo presbiterio con terminazione ad abside semicircolare, rivolta verso Est. Sul fianco settentrionale si trova il campanile a base quadrata, e, in corrispondenza del presbiterio, è addossata la ex casa del cappellano. Il fabbricato presenta strutture semplici, realizzate con tecniche e materiali tipici dell’edilizia tradizionale del territorio milanese.
L’oratorio fu edificato tra il 1569 e il 1571. In occasione della visita pastorale del 1573 veniva segnalata l’esistenza della cappella dedicata a San Rocco, oltre a quella, più antica, di S. Giovanni. L’oratorio era descritto in occasione delle visite pastorali del 1620 e del 1749. In particolare, nella seconda, venivano segnalati i danni alla struttura causati dall’umidità ed era fatta richiesta di dipingere in facciata l’immagine di S. Rocco. A metà Ottocento il portale d’ingresso e i serramenti delle finestre furono riparati; ciononostante il fabbricato continuava a versare in cattivo stato di conservazione a causa dell’umidità, la cui presenza aveva comportato la sostituzione dell’assai degradato altare, con uno nuovo, a maggior distanza dal muro.
Nel 1864, le precarie condizioni strutturali della zona del presbiterio motivarono la ricostruzione del coro e della volta ed altre riparazioni di riordino. Il tecnico incaricato rilevò in particolare che il muro che formava il perimetro del coro “minacciava di cadere”. Nel 1911 si procedette a diverse “opere murarie” e alla “riforma del tetto”.
Di recente, intorno al 1990, sono stati risarciti gli intonaci interni ed esterni ed è stato tinteggiato l’esterno. Nel giugno 2001, la pavimentazione in medoni è stata trattata con acqua e acido muriatico. Nell’ottobre dello stesso anno è stata effettuata una ricorsa del tetto con parziale riparazione delle gronde in seguito a un forte temporale.
Fenomeni di dissesto interessano oggi i setti longitudinali in laterizi pieni della navata, con lesioni che hanno origine all’attacco del solaio ligneo o che sembrano proseguire dal sottotetto in corrispondenza dei vani delle finestre rompendo le estremità degli architravi. L’azione di umidità di risalita è chiaramente riconoscibile sulla parte bassa delle murature, come quella delle infiltrazioni dal sottotetto che hanno comportato la marcescenza dei soffitti lignei.