La laveria meccanica si trova nella miniera di Acquaresi. L’attività della miniera si sviluppò a partire dal 1870, anno in cui la società inglese Gonnesa Mining limited ottenne la concessione per lo sfruttamento del giacimento di Piombo e Zinco. Agli inizi del ‘900 nella miniera lavoravano circa 500 operai e si producevano in media 1000 tonnellate di grezzo all’anno. A partire dal 1921 la miniera fu unita a quella di Masua e Monte Cani, le tre miniere erano adibite allo sfruttamento del “giacimento Marx” dal nome del suo scopritore l’Ing. Carlo Marx (1849-1900) che condusse le ricerche in quell’area. Nel 1930 la conduzione della miniera passerà alla società belga “Vieille Montagne”, cui si susseguiranno varie altre società fino all’acquisizione da parte dell’IGEA attualmente proprietaria del sito.
La laveria, seppur di modeste dimensioni, permetteva il trattamento del minerale estratto che veniva poi trasportato dalla ferrovia al porticciolo di Cala Domestica per essere imbarcato verso Carloforte. Della laveria oggi restano solo parte delle strutture in pietra con le caratteristiche aperture ad arco. Sulla destra si riconosce l’edificio della centrale elettrica; sono inoltre presenti due locali di cui uno a pianta quadrata e uno a pianta rettangolare entrambi totalmente privi di copertura e ridotti a ruderi. L’attività della miniera proseguì fino ai primi anni ’90, quando a seguito del mancato riempimento dei vuoti generati dall’attività estrattiva si iniziarono a verificare fenomeni di subsidenza che resero l’area non sicura decretando la chiusura definitiva del giacimento.