All’angolo tra via Toffetti e via Tertulliano, alla periferia sud est di Milano, si trova l’antica chiesetta di Sant’Anna in Castagnedo: il borgo si trovava in aperta campagna fino agli anni Sessanta, quando venne inglobato dalla città in espansione. Con la facciata a capanna e le murature in laterizi pieni a vista, conserva ancor oggi pressoché intatte le sue caratteristiche di chiesa romanica a nave unica. L’edificio, nato come oratorio dedicato a Santa Maria, venne eretto nel XII sec. dalle monache dell’ordine degli Umiliati, che nella vicina Monlué avevano la loro abbazia ancor oggi esistente. Le monache, dedite alla lavorazione della lana, cambiarono in seguito il nome in Sant’Anna e ne mantennero la proprietà fino alla soppressione dei monasteri, ordinata dall’Imperatore d’Austria Giuseppe II verso la fine del Settecento.
Minimale all’esterno, la chiesetta conservava all’interno degli affreschi importanti e alcuni dipinti ed effigi. Alcune di essere si diceva fossero legate a vicende miracolose, come la lapide di San Carlo che nel 1601 fece improvvisamente tornare a camminare una persona paralizzata agli arti inferiori. Tali affreschi, di notevole pregio e risalenti per lo più al XIV-XV secolo, vennero distrutti insieme all’altare in tempi recenti da ignoti vandali.
Attualmente il manufatto, unica testimonianza residue delle antiche cascine che caratterizzavano l’antico borgo di Castagnedo, è abbandonato da lungo tempo e, come il contesto che lo circonda, versa in stato di degrado: la copertura è in parte ceduta e la vegetazione infestante ne sta completamente avvolgendo le murature ancora esistenti.

