Il complesso di Villa Zaira si sviluppa intorno all’antico borgo adiacente al castello di Roccabianca che in seguito ritorna di proprietà dei Pallavicino: l’edificio con le sue pertinenze viene venduto il 16 dicembre 1893 al dott. Achille Tomasinelli. Nell’atto stilato dal notaio Luigi Campari, gli immobili sono così descritti: “Una casa, detta dell’Osteria, situata nella borgata di Roccabianca […] composta al pianterreno di tre botteghe, ad […] con un adito e un androne, cucina, stalla pubblica, cantina, altri luoghi rustici, porcile ed orto: al primo piano di undici stanze con soffitta e fienile“. Già il catasto napoleonico del 1812 presentava un disegno con corpi edilizi cortili ed orti che ritorna puntuale nella pianta datata 9 dicembre 1834: il fabbricato “detto l’Osteria di Roccabianca” ha un impianto tipologico riconducibile alla struttura descritta nel rogito del 1893 tuttora parzialmente ravvisabile nell’edificio. Immediatamente dopo l’acquisto nell’ultimo scorcio del XIX secolo, il dott. Tomasinelli inizia lavori di ampliamento e ristrutturazione che trasformano l’uso dei locali del pianterreno da agricolo a residenziale. Anche il giardino, in cui si trova una fontana con motivo a conchiglia e mascherone datata 1605, assume un aspetto più rigorosamente geometrico.
Nel secondo dopoguerra, al posto della costruzione rustica annessa a Villa Zaira ricordata nella planimetria del 1834 (“sito rustico con due porcili, stalla da buoi, stallino da cavallo, rustico con semplice tetto ad uso di fienile, fienile”), è stata eretta l’Arena del Sole che, nel prospetto principale, presenta elementi d’influenza deco inseriti in un impianto architettonico tipico del razionalismo fascista (per es. le aperture scompartite da lesene semicircolari). Pur non essendo particolarmente rilevante dal punto di vista architettonico, l’Arena conserva nove statue dei personaggi di alcune famose opere di Giuseppe Verdi, le sole superstiti del grandioso monumento al grande musicista eretto a Parma per il centenario della nascita e distrutto nei bombardamenti del 1944.
Su segnalazione del Comune di Roccabianca l’edificio presenta importanti lesioni dovute a cedimenti e la struttura risulta nel complesso fortemente degradata e inaccessibile. Anche il giardino di pertinenza è completamente inerbito; sono andate perse le cordolature e le tracce del disegno originario.