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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
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Dinamitificio Nobel

Dinamitificio Nobel

Indirizzo: Via Galiniè
Comune: Avigliana
Provincia: Torino
Regione: Piemonte
Architettura / Fabbrica

L’articolato sito che coincide con l’area dell’Ex-Dinamitificio Nobel di Avigliana, presenta dei sedimi e percorsi in prevalenza interrati, ascrivibili alle particelle catastali 302, 722, 794, 1011 attualmente praticabili a fini museali. Tuttavia, in anni recenti, i percorsi, gli allestimenti e l’impiantistica hanno subito un notevole degrado e necessitano di interventi di manutenzione straordinaria. La restante porzione del sito, sommariamente identificabile con la particella catastale n. 1003, è in stato di completo abbandono e chiusa per motivi di sicurezza, come riscontrato da sopraluogo in situ nel dicembre 2022, e si compone di diversi fabbricati di natura e dimensioni differenti, in gran parte immersi nella vegetazione.
Il “Dinamitificio Nobel” viene costruito nel 1873 in un’area boschiva sita a est della palude dei Mareschi, in una zona collinare posta ai margini del centro abitato di Avigliana, area attualmente tutelata dal Parco naturale dei Laghi di Avigliana. Viene scelta questa particolare localizzazione dagli emissari di Alfred Bernhard Nobel, sia perché considerata come luogo sicuro per la preparazione di esplosivi, poiché dietro una sopraelevazione naturale, sia per la vicinanza alle acque della Dora Riparia utili come forza motrice, e in fine per la vicinanza della ferrovia che grazie al recente traforo del Fréjus, raggiungeva in tempi rapidi Francia ed Europa nord-occidentale. Lo stabilimento si presenta come un insieme di fabbricati sparsi su un’ampia superficie, separati da terrapieni. Molti edifici nascono come baracche realizzate in legno, materiale di facile reperibilità e leggero, al fine di poter essere rapidamente riparate o ricostruite in caso di esplosioni che dovessero occorrere durante il processo produttivo della dinamite. Tra questi, emerge l’edificio principale multipiano in calcestruzzo e laterizi, che presenta ampia aperture rettangolari ormai completamente prive di serramenti e una copertura gravemente compromessa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il sito è oggetto di bombardamenti e azioni partigiane e la successiva crisi delle commissioni militari provoca una progressiva dismissione della fabbrica che chiude definitivamente la sua attività negli anni Sessanta del Novecento ed è rimasta in seguito inutilizzata. Solo all’inizio degli anni Duemila, il complesso è stato parzialmente oggetto di lavori di recupero e valorizzazione al fine di trasformarlo in struttura museale.

Proprietà: Pubblica
Regime tutela: Tutela Ope Legis
Stato di conservazione: Mediocre
Ambito cronologico secolo: XIX-XX sec.

Progetto di restauro/valorizzazione