La chiesa di San Diego all’Ospedaletto, anche denominata di San Giuseppe Maggiore, è un edificio religioso sito nel quartiere Porto della città di Napoli. Parte del complesso che comprendeva l’annesso convento occupato oggi dalla Polizia di Stato, la chiesa si articola su tre navate di cui la centrale coperta da una volta a botte lunettata e le laterali, sviluppate con una successione di cinque cappelle per lato, da volte a vela intervallate da archi a tutto sesto. La planimetria è completata, inoltre, a destra e a sinistra dell’altare principale, da due cappelle voltate a botte, di dimensione maggiore rispetto alle altre presenti lungo il corpo longitudinale dell’edificio. La facciata, caratterizzata da un intonaco a finto bugnato da un rivestimento in piperno, presenta un finestrone e un’apertura centrali e due portali laterali decorati in stucco e sormontati da bucature polilobate.
Le origini della chiesa di San Diego all’Ospedaletto vengono riconosciute dal Celano nella costruzione nel 1514 di una cappella dedicata a San Gioacchino, alla quale fu annesso un ospedale con la stessa titolazione il cui primo nucleo viene fatto risalire da Stanislao D’Aloe a un monastero fondato nel 1480. Nel 1542 il complesso fu concesso ai frati Minori Osservanti che circa cinquant’anni dopo trasformarono l’ospedale in convento, con chiostro quadrato con pilastri ed arcate, e riedificarono la chiesa titolandola a San Diego di Alcalà. La struttura fu impreziosita da affreschi di Massimo Stanzione e Andrea Vaccaro che, purtroppo, andarono distrutti dal disastroso sisma del 1784. Tale catastrofe provocò consistenti danni, i quali determinarono l’apertura di un altro importante cantiere per la chiesa di San Diego all’Ospedaletto, durante il quale fu trasformata la facciata e si aggiunsero, in sostituzione di quelle distrutte, diverse opere di Mattei e Mozzillo, ulteriormente perdute durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la trasformazione settecentesca l’edificio sacro non fu oggetto di significativi interventi fino al secondo dopoguerra, quando, in seguito ai bombardamenti del 1943, si resero necessari lavori sia agli elementi di chiusura orizzontali che verticali.
Oggi la chiesa è chiusa e in disuso e non presenta particolari problematiche di conservazione. Gli ambienti esterni, come la facciata, mostrano criticità legate alla presenza di lacune nell’intonaco e presenza di deposito superficiale di diversa natura, mentre all’interno, nelle navate laterali, si attesta la presenza di umidità.