Il complesso rupestre noto come “Carcere” è parte del sistema di ipogei rupestri e semirupestri connessi all’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, situata nel territorio di Monte Sant’Angelo e datata al XII secolo. L’abbazia fu promossa da San Giovanni Scalcione da Matera, fondatore della prima comunità eremitica nota come Ordine Monastico degli Eremiti Pulsanesi. L’eremo denominato “il Carcere” è situato su uno sperone roccioso, a circa 600 metri a est dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, ma è attualmente inaccessibile a causa della conformazione dell’ingresso, costituito da un varco lungo il costone roccioso. L’accesso avveniva probabilmente tramite una scala esterna, in legno o in corda; tuttavia, non si può escludere che esistessero gradoni di accesso ora scomparsi. Da quanto visibile, l’eremo è composto da un unico ambiente, probabilmente di origine naturale, chiuso da una parete costruita in muratura con pietre spaccate e legate con abbondante malta. In questa parete si aprono due aperture: una porta e una finestra di forma rettangolare, entrambe con stipiti realizzati in grossi blocchi lapidei squadrati. Al di sotto dell’ambiente, lungo la parete rocciosa, è visibile una nicchia dotata di una canaletta di scolo, probabilmente destinata ad attività produttive che richiedevano il deflusso di liquidi. Il nome dell’eremo è presumibilmente legato alla sua posizione difficilmente raggiungibile, che lo rendeva adatto come luogo di reclusione temporanea.