L’eremo intitolato ai Santi Basilio e Spiridione si trova sul pianoro di Coppa la Pinta, sul versante della gola della Valle Campanile. Esso fa parte di un complesso articolato di strutture ipogee e sub divo, comprendente anche gli eremi Cantina e San Plemone. L’eremo è caratterizzato da ambienti scavati nel banco roccioso, integrati con strutture in muratura. Tra queste ultime si distingue un pagliaio con la caratteristica forma conica, realizzato con bozze e scaglie lapidee posizionate a secco. Nella parte superiore del pagliaio si trova un’apertura definita da un rudimentale arco a sesto acuto, costituito da grossi blocchi grossolanamente squadrati.
Gli ambienti dell’eremo si sviluppano su un unico livello. Tuttavia, la presenza di una scala, modellata nel banco roccioso e adiacente a uno degli ambienti rupestri, suggerisce l’esistenza di un secondo piano. Il complesso è circondato da un recinto in muratura che, oltre alla sua funzione pastorale, poteva svolgere anche una funzione difensiva. Le strutture sono state utilizzate probabilmente fino a tempi recenti come stalle e ricoveri per animali, come indicato dalla presenza di elementi accessori quali attaccaglie, mangiatoie e abbeveratoi.
Per le loro caratteristiche funzionali, questi eremi appaiono distinti dal complesso trogloditico gravitante attorno all’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, sorta nel XII secolo da una prima comunità eremitica nota come Ordine Monastico degli Eremiti Pulsanesi, fondata da Giovanni Scalcione da Matera. Il primo stanziamento rupestre connesso a questo ordine è datato agli inizi del XII secolo, o di poco precedente alla nascita dell’Ordine stesso.
Il complesso degli eremi Cantina, San Plemone e Santi Basilio e Spiridione sembra rientrare piuttosto nella cultura rupestre garganica, che vede il massimo sviluppo nelle attività legate all’allevamento. Stabilire una cronologia assoluta è difficile: la tipologia di questi insediamenti rupestri copre un arco cronologico molto ampio, dalla preistoria all’età moderna. Le strutture in muratura, come i setti murari e le recinzioni realizzate a secco, e in particolare il pagliaio, potrebbero essere ascritte con molta probabilità all’età contemporanea.