Il complesso dell’eremo di San Nicola si colloca sul fianco del vallone di Monteleone e Matino, ai piedi dell’abbazia di Santa Maria di Pulsano (XII secolo), fondata da San Giovanni da Matera, promotore di una prima comunità eremitica dell’Ordine monastico degli Eremiti Pulsanesi. In particolare, l’eremo è in diretto collegamento con l’Abbazia tramite un sentiero che nella parte finale si trasforma in una scalinata tagliata nel banco roccioso. Al termine del sentiero si apre un ingresso monumentale, in parte scavato nella roccia e in parte costruito in muratura e legno, che conduce verso il complesso rupestre.
Oltrepassato il portale e discesa la rampa di scale retrostante, s’incontra una cisterna ricavata nella parete rocciosa, di medie dimensioni, con annessa una canaletta di raccolta delle acque meteoriche e vasche interpretabili come attingitoi o abbeveratoi. Intorno alla cisterna sono presenti delle buche per piccoli pali, probabilmente riferibili a un sistema di copertura della bocca dell’invaso.
Qui il sentiero si divide in due rami: uno si direziona a nord verso un piccolo pianoro in cui sono realizzate due vasche monolitiche; l’altro prosegue verso l’eremo giungendo ai due ingressi del nucleo rupestre. L’ipogeo di San Nicola è costituito da un nucleo principale di quattro vani, comunicanti tra loro, ma realizzati probabilmente in fasi cronologiche differenti. Le caratteristiche dei singoli ambienti permettono di riconoscere la loro destinazione d’uso e formulare un’ipotesi sulla loro cronologia relativa, mentre più complessa, allo stato attuale delle ricerche, è una datazione assoluta dell’eremo.
Il primo ambiente del complesso e l’ultimo, realizzati nella roccia e utilizzati rispettivamente come ricovero per gli animali e come unità abitativa, potrebbero costituire la parte più antica del complesso, probabilmente di età basso medievale. In una fase cronologica successiva, ascrivibile all’età moderna, si daterebbe la realizzazione di un secondo ambiente decorato con affreschi e destinato alle funzioni religiose, probabilmente in concomitanza con una vocazione eremitica dell’eremo. Nell’ultima fase di ampliamento del complesso sarebbero stati realizzati infine altri due ambienti.
Un quinto ambiente, situato più a nord di una decina di metri, si sviluppa isolato sul pianoro descritto ed è preceduto da uno spazio aperto in cui sono realizzate cisterne, vasche e canalette per la raccolta delle acque meteoriche.