Palazzo Brasini, immerso nell’ex Idroscalo “Luigi Bologna” e affacciato sul Mar Piccolo, è un rilevante esempio di architettura istituzionale e militare tra le due guerre. Progettato da Armando Brasini e realizzato tra il 1918 e il 1925, l’edificio fu destinato ai comandi operativi dell’Aeronautica Militare, in un’epoca pionieristica per l’idroaviazione italiana.
L’accesso avviene tramite un portale semicircolare in muratura, ornato con colonne, cornici e dettagli scolpiti in pietra bianca, interrotto da due oculi che ne movimentano la forma. All’interno, una statua raffigura un’aquila e un delfino intrecciati attorno a un forcone marino, simbolo del legame tra forza aerea e dominio marittimo.
L’edificio esprime il linguaggio monumentale fascista, unendo neoclassicismo semplificato e razionalismo. La pianta a ferro di cavallo simmetrico presenta un corpo centrale a due piani, affiancato da ali laterali arretrate, collegate da due torri cilindriche più alte. L’avancorpo centrale ospita un colonnato dorico a sei colonne su basamento in pietra bianca, sormontato da un’architrave con triglifi e metope. Il portico con volte a vela, oggi danneggiate da muffe e umidità, sostiene un ballatoio che unisce le ali.
La corte interna presenta prospetti rivestiti in pietra bianca con finestre ornate da conchiglie scolpite. I prospetti esterni, in laterizio a listelli, sono scanditi da aperture regolari con modanature semplici e paraste verticali. Anche le basi dei lati corti sono interamente rivestite in pietra bianca.
Il prospetto orientale, scenografico, è dotato di una scalinata a doppia rampa con balaustra a fuso, che conduce a un ingresso con tre arcate a tutto sesto. Oggi la scalinata è invasa da vegetazione, e l’esposizione solare ha causato alterazioni cromatiche. L’interruzione della cornice sotto le gronde indica che originariamente la copertura fosse spiovente, oggi sostituita da una piatta.
La posizione del palazzo, a ridosso del Mar Piccolo, garantiva una connessione visiva e funzionale con hangar, rampe e spazi operativi dell’idroscalo. Negli anni Settanta fu realizzato un muro di contenimento per consolidare le fondazioni, ma l’intervento ha causato fessurazioni strutturali sull’ala nord.

