Situata a circa otto chilometri a nord di Taranto, in località Capo San Vito, l’omonima torre si erge lungo la costa all’interno di un’area oggi classificata come zona militare, sotto la giurisdizione della Guardia di Finanza.
Edificata tra il XVI e il XVII secolo, la Torre San Vito faceva parte del sistema difensivo costiero realizzato dal Regno di Napoli per contrastare le frequenti incursioni piratesche e le minacce dal mare. Come molte altre strutture simili lungo il litorale pugliese, era destinata all’avvistamento e alla difesa.
La torre è orientata con l’angolo sud verso la costa, scelta probabilmente dettata da esigenze strategiche per garantire una protezione efficace su tre lati.
La struttura presenta una forma troncopiramidale con tre caditoie (ora murate), ed è alta circa 12,50 metri. La base misura 14,75 per 14,60 metri ed è realizzata su un substrato calcareo, con fondamenta composte da file di conci di tufo. L’accesso avviene sul lato sud-ovest, tramite una scala ottocentesca a due rampe larghe 1,35 metri: la prima in muratura piena, la seconda collegata alla torre da archi rampanti.
A circa sette metri dal suolo, i beccatelli che sorreggono le caditoie sono costruiti in blocchi di tufo, mentre parte del parapetto è stata rimossa nel XIX secolo per installare una chibugiera. L’unica apertura superstite è una finestra posta a circa 6,50 metri di altezza.
Le pareti rivelano una muratura a vista con conci regolari agli angoli e pietrame misto tra i beccatelli. Il degrado dei materiali, specialmente alla base e sopra le caditoie, è accentuato dagli agenti atmosferici.
