La badia di Sant’Angelo, nata sotto il nome di Sant’Angelo in Syriis, come riportano numerose note storiche, era stata eretta nel XII secolo da una comunità di monaci basiliani e successivamente era passata ai benedettini. L’abbazia di Sant’Angelo è delimitata ad est da un corpo di fabbrica, la cui struttura in pietra è caratterizzata dalla presenza di qualche arco e si fa risalire tra XIV e XV secolo. Di rilevanza architettonica è il portale d’ingresso basso e largo, il cui arco è costituito da sezioni di pietra tutte perpendicolari alla tangente dell’asse principale. Al disopra di detto arco, sporge fuori, simmetricamente, un archetto sostenuto da due lesene, sotto cui doveva esserci un’ icona rappresentante madonne bizantine venerate dai basiliani. La badia era delimitata da alte mura quadrangolari, sia per la clausura che per difenderla dalle frequenti incursioni barbariche. Dal portale coperto ad arco lunato con cornici interrotte alle imposte si entrava nel cortile antistante la badia destinato al passeggio e alla preghiera dei monaci: è ipotizzabile, quindi, l’esistenza di un portico coperto sostenuto da colonnine, come si vede in altre badie dell’epoca. Rivolta al cortile era la chiesa; essa secondo il rito basiliano era rivolta ad occidente poiché il padre officiante all’altare avesse lo sguardo a oriente. La chiesa di Sant’Angelo resta ad est del monastero, ma ormai quasi tutto crollato; l’interno della chiesa presenta oggi vegetazione spontanea. Adiacente alla chiesa vi era il monastero, utilizzato fino a poco tempo fa come masseria e per ricovero di ovini e bovini. Il complesso abbaziale presenta un palinsesto complesso. Una prima fase va dall’XI al XIII secolo ed è rappresentata dall’edificazione di un primo nucleo costituto dalla chiesa di cui oggi rimangono solo i muri perimetrali e alcuni archi addossati alle pareti. Una seconda fase è costituita dall’edificazione dell’abbazia al di sopra di un ambiente ipogeo, probabilmente utilizzato dai monaci Basiliani fino al XIV-XV secolo. La penultima fase che va dal XVI al XIX secolo vede un periodo di spoliazione e sottrazione di parti del complesso presumibilmente dovuto all’edificazione di un altro edificio sacro. Questa sottrazione di materiale potrebbe legarsi alla soppressione dell’ordine monastico. Infine, una ultima fase (a partire dal 1919) si presenta con la realizzazione di una sopraelevazione e l’apertura di un passaggio nel muro perimetrale.