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BORGO DI CORNELIANO BERTARIO

BORGO DI CORNELIANO BERTARIO

Indirizzo: Piazza Gallarati Scotti
Comune: Truccazzano
Provincia: Milano
Regione: Lombardia
Centri-nuclei storici / Borgo

L’origine di questo piccolo borgo posto sulla riva milanese dell’Adda risale all’epoca romana, come dimostra il ritrovamento di alcune tombe avvenuto nel 1930; anche il nome sarebbe da riferire alla ” Gens Cornelia”. Alla” Gens Mucia ” risale sicuramente la denominazione ” Muzza ” nel canale di irrigazione di origine romana, ampliato nel 1220, e tuttora funzionante. Da fonti successive si sa che nei secoli dell’alto medioevo il paese seguì le sorti di decadenza della zona circostante; è possibile che l’impoverimento agricolo sia da ascrivere anche alla formazione, nella zona golenale dell’Adda e in un vastissimo territorio adiacente, del lago Gerundo, ai piedi appunto di Corneliano. Il lago venne poi lentamente prosciugato e definitivamente bonificato da Federico I Barbarossa. Il più antico documento che fa il nome di Corneliano è un atto privato dell’anno 807 stilato sotto il regno di Carlo Magno, epoca a partire dalla quale iniziò un rifiorire del borgo. Altro atto del 978, sotto il regno dell’ imperatore Ottone è una commutazione di beni operata da Berta, abbadessa del Monastero Bresciano dei SS. Salvatore e Giulio; la successiva aggiunta di Bertario al nome di Corneliano sembra potersi riferire proprio alla Abbadessa Berta.

Dopo un periodo di massima ripresa dall’epoca Carolingia in poi Corneliano fu spesso teatro della guerra fra Milano e il Barbarossa e fu base sia dell’esercito imperiale (e forse dello stesso Barbarossa) che dei milanesi. È forse ascrivibile a questa vicenda l’inizio della costruzione del castello nel quale sussistono strutture databili all’XI o XII secolo; esso fu ampliato e rinforzato in epoca viscontea e sforzesca e conserva strutture riconducibili ai secoli XIII, XIV, XV. Il suo carattere è decisamente difensivo e ha un aspetto fortificato verso l’Adda che costituisce tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo il confine tra il ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, mentre assume aspetto più urbano nella facciata verso il paese.

La configurazione di questo borgo rispecchia lo sviluppo al riparo del castello: solo più tardi, pur conservando l’aspetto di un borgo di confine tra due stati in lotta fra di loro, Corneliano assume un carattere più aperto verso il fiume. Particolare importanza riveste nell’assetto urbano la piazza, sulla quale prospetta il castello fronteggiato dalle corti, prima testimonianza del formarsi, al di fuori del nucleo fortificato, di un abitato vero e proprio con tipologie rustiche. Tra queste vi è la corte Marabelli (part.64), con la grande stalla, in posizione trasversale alle due strade, tutta fiancheggiata da un porticato che collega il corpo delle rimesse, su via S.Giorgio, con la zona residenziale, su via lago Gerundo. Più complessa è la situazione sulla piazza dove, pur con tipologia affine a quella della corte Marabelli, la corte Mandelli mostra l’accorpamento di almeno tre corpi, uno su via S.Giorgio, un secondo, in lieve ritiro, posto sull’angolo con la piazza, un terzo, tutto prospiciente la piazza, ben denunciato dal tetto più basso. Meno riferibile ad una organizzazione planimetrica tradizionale è la corte Scuole (partt.87 e 88), presumibilmente la più antica. Questa corte è aperta sulla piazza, dalla quale disimpegna anche la corte Marabelli attraverso un ampio varco, articolandosi in due corpi separati, come dimostra anche il duplice accatastamento. Il corpo adiacente la corte Mandelli costituisce l’elemento stalla e rimessa, il corpo verso via lago Gerundo costituisce l’elemento residenziale di tipologia un po’ anomala, presumibilmente originata sia dalla ubicazione d’angolo (talaltro smussato per consentire la partecipazione della chiesa al contesto della piazza), sia dall’accorpamento nell’attuale unico edificio di elementi diversi.

L’edificio detto il “Quartierone” si sviluppa lungo l’asse di accesso al borgo e ne occupa oltre metà della lunghezza essendo la restante parte occupata dalla Parrocchia e dalla sua corte. Come si vede il Quartierone costituisce parte integrante di questo semplice e funzionale impianto urbanistico del quale era la zona residenziale prevalente. Esso è costituito da una lunga stecca allineata con la strada di accesso e formata da due corpi di case a ballatoio, e da due elementi angolari delimitanti a nord la corte interna nella quale sono disposti, a chiusura del perimetro, due cospicui rustici; altri più piccoli rustici sono posti uno all’ingresso della corte verso strada e altri due nell’area al di là della corte. I due elementi angolari delimitanti a nord la corte sono probabilmente preesistenti, come dimostrerebbe la singolare tipologia di quello verso la via lago Gerundo e la presenza di lacerti di decorazioni pittoriche sotto lo sporto del tetto di quello verso la campagna. Va anche rilevato che si è qui parlato, genericamente, di due elementi angolari ma sussistono evidenti tracce di un accorpamento di diversi nuclei minori più o meno sommariamente aggregati e assimilati; solo una accurata opera di rilievo consentirebbe di individuare le singole unità e la sequenza cronologica dell’addossamento di questa parte del complesso a carattere spontaneo. Nell’insieme, però, il Quartierone ha un aspetto alquanto omogeneo, bloccato all’esterno in una semplice e severa compattezza muraria scandita rigorosamente fra pieni e vuoti, e mosso all’interno dalla netta differenziazione dei tipi di edilizia presenti.

Di fronte al Quartierone, dall’altro lato della strada di accesso, è la cosiddetta “Cascina”, una tipica abitazione signorile lombarda la cui costruzione risale alla seconda metà del 700. L’edificio a pianta articolata si sviluppa su due piani intorno a una corte quadrangolare, il cui accesso dalla strada è caratterizzato da un portale rustico con tetto a falde e bassi corpi laterali. La facciata su strada perpendicolare a detto portale presenta aperture a sesto ribassato, balconata in ferro battuto sorretta da mensole in granito al primo piano e un’apertura circolare in corrispondenza della trave di colmo del tetto a falde. All’interno, nel corpo residenziale, si conservano ampie sale con soffitto a cassettoni.

La Chiesa di S. Giorgio, presumibilmente coeva al Borgo, attualmente ha carattere settecentesco con presenza di evidenti restauri ottocenteschi attestati anche da una lapide posta sulla facciata molto rimaneggiata come il contiguo campanile. All’interno appaiono ben conservati (della fase settecentesca) l’altare maggiore e un altare laterale. Presenta inoltre sala e casa parrocchiale con piccola corte di ingresso e portichetto, presumibilmente della fase settecentesca, ampia corte con cascina e altri vari corpi rustici annessi, fra cui caratteristiche rimesse coperte da ampie falde di tetto poggianti su alti pilastri.

Le condizioni di abbandono del borgo ne compromettono l’attuale stato di conservazione: gli edifici residenziali e rurali sono per la gran parte inutilizzati, le coperture sono fatiscenti e scarsamente proteggono gli intonaci sottostanti. Questi ultimi, per la gran parte dilavati, mettono in luce le tessiture murarie in laterizi pieni e ciottoli di fiume, specialmente sulle porzioni inferiori dove gli effetti della risalita capillare dell’acqua sono più evidenti.

Proprietà: Privata
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: D.M. 14/01/1981 - DM 20/07/1987 - DM 28/01/1988
Stato di conservazione: Pessimo
Ambito cronologico secolo: Da XIII a XVIII