Si avvisano i gentili utenti che nelle giornate del 19, 20 e 21 aprile potranno riscontrare difficoltà sulla rete dati e di fonia a disposizione per aggiornamenti dei software interni. Ci scusiamo per il disagio.

DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
/
/
Campofei, Alta Valle Grana

Campofei, Alta Valle Grana

Indirizzo: -
Comune: Castelmagno
Provincia: Cuneo
Regione: Piemonte
  • recupero dei fabbricati
  • riattivazione della filiera di produzione di Castelmagno d’alpeggio e della coltivazione di erbe officinali per oli essenziali e liquori
  • scuola del legno
  • riapertura della cava locale per l’estrazione delle lose in chiave di eco-museo
  • realizzazione di servizi di accoglienza e ricettività
  • creazione di una reta di mobilità sostenibile
SOSTENIBILITÀ SOCIALE
che combina la progettazione partecipata di soggetti pubblici e privati e i contributi dei destinatari del progetto
SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
e gestione del rischio imprenditoriale mediante bottom-up. Partnership pubblico/privata: realizzazione di servizi e opere pubbliche mediante confinamento privato; gestione privata; introiti comunali originati dagli oneri e dalla fornitura di energia, impegno da parte dell’amministrazione di partecipare a bandi comunitari per il finanziamento dell’infrastruttura di mobilità sostenibile
SOSTENIBILITÀ CULTURALE
legata alla produttività del castelmagno e alla conoscenza del territorio e delle sue materie prime
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
mediante l’impiego di materiali locali, la costruzione di una rete di mobilità sostenibile e l’uso di centraline di minihydro

IL PROGETTO

Il recupero della borgata è legato al ciclo del Castelmagno, il pregiato formaggio dell’omonima zona. Il villaggio, abbandonato nel corso del Novecento, è stato trasformato in centro produttivo-culturale. Già dai prima anni duemila alcuni ex residenti hanno intrapreso un iniziale progetto di rivitalizzazione del comprensorio di Castelmagno le cui strade versavano in cattivo stato. In questo primo impeto l’alpeggio è stato reso nuovamente accessibile e le vie principali praticabili. Di seguito, nel 2009, gli imprenditori della società agricola Chandarfei hanno investito nel recupero dell’intera borgata dove, a seguito di pochi interventi mirati ad una rivitalizzazione economica del borgo, hanno avuto avvio una serie di attività e microeconomie connesse alla filiera del Castelmagno e alla produzione di erbe aromatiche. Il progetto ha inoltre previsto la riqualificazione del patrimonio architettonico del borgo mediante interventi di restauro architettonico e consolidamento strutturale. Lo studio sugli edifici, eseguito dai professionisti e degli studiosi afferenti al Politecnico di Torino, ha da subito riacceso la discussione sul tema del progetto contemporaneo nel contesto storico e alle problematiche legate ad un avanzato stato di degrado rilanciando la sfida del progettare il dialogo tra antico e nuovo per la creazione di nuovi paesaggi. Il progetto ha coinvolto differenti fabbricati raccolti e connessi in un unico complesso che ha previsto l’acquisto dell’intero nucleo con le rispettive pertinenze. La ristrutturazione è stata suddivisa in fasi affinché, sin da subito, fosse possibile l’avviamento della filiera del Castelmagno. La prima fase, conclusasi nel 2016, ha riguardato l’edificio principale della filiera, un complesso di alcuni edifici adiacenti e affacciati al principale percorso caduto in disuso. Con il restauro delle parti sane e la ricostruzione di quelle in rovina sono stati ricavati alcuni spazi ricettivi gestiti dall’agriturismo Chandarfei. Nelle successive fasi del progetto è previsto il coinvolgimento delle restanti baite della borgata.

LA COLLABORAZIONE

L’intervento è stato sviluppato con la collaborazione dei liberi professionisti – già autori del processo di trasformazione della borgata di Paraloup – e del Politecnico di Torino che ha coinvolto gli studenti negli ateliers di disegno e simulazione per la definizione delle linee guida di intervento. Il progetto partecipato ha visto quindi il contributo diversi attori (i partner, i destinatari del progetto e i soggetti istituzionali) che, a livelli differenziati, hanno lavorato al fine di rendere il caso pilota di Campofei una buona pratica. L’approccio multidisciplinare e il concorso delle varie competenze specifiche pongono al centro dell’attenzione il progetto come un’occasione di riflessione e uno strumento di verifica che bilanci le istanze della sostenibilità con quelle dell’innovazione e dell’architettura contemporanea alpina attraverso il sapiente uso di materiali innovativi (x-lam ed ecomateriali) per un reale incontro tra tradizione e innovazione.

I RISULTATI

– Recupero del borgo abbandonato e realizzazione di nuovi spazi dedicati alle attività produttive e culturali locali; – Empowerment e inclusione sociale attraverso il coinvolgimento partecipativo e attivo dei beneficiari; – Concretizzazione di occasioni di lavoro stabile per i giovani e di recupero della governance del territorio; – Potenziamento della futura capacità di reddito e lavoro attraverso corsi e formazione professionale; – Fattibilità dell’intervento realizzato per fasi e con la partnership tra pubblico e privato; – Riduzione dell’impatto ambientale mediante l’impiego di soluzioni sostenibili nelle opere architettoniche e infrastrutturali.