Si trattava, forse fin dall’inizio, di una struttura costituita da una piccola chiesa, da uno spazio per ospitare i viandanti e da un cortile (“corte”) dove riparare le cavalcature e le merci. Gli abitanti conservano la notizia che la “corte” era costituita da un muro ad arco, molto probabilmente munita di porta.
Nell’oratorio è conservata la statua settecentesca di San Pellegrino con accanto sei busti porta-reliquie che recano sul retro i nomi delle famiglie donatrici, tutte del posto, da poco restaurati.
L’ospitale richiama al ruolo strategico esercitato per molto tempo da quei territori nella rete degli scambi tra Liguria ed Emilia: era infatti un punto di riposo durante i viaggi, dogana tra la Repubblica di Genova ed il Ducato di Parma per il passaggio del bestiame durante la transumanza, oratorio per pregare.
La posizione strategica fece sì che Pelosa, durante la Resistenza, fosse anche il luogo, l’11 luglio 1944, di una sanguinosa battaglia tra una colonna di granatieri tedeschi e i partigiani della brigata “Centocroci”, operante nella Resistenza spezzina, e di altri gruppi della Resistenza parmense. La battaglia della Pelosa è uno dei momenti più significativi della difesa della Repubblica Libera del Taro, che ebbe vita dal 15 giugno al 20 luglio 1944. Vicino all’oratorio è la lapide che ne ricorda i caduti.