Nel 1859, poco dopo aver acquistato l’edificio barocco in affaccio sulla via che, partendo dalla Basilica di San Gaudenzio, raggiugeva la parte retrostante dell’importante Palazzo del Mercato realizzato dall’architetto Luigi Orelli, il signor Luigi Desanti fu Ottavio – ricco possidente nato a Bonifacio, in Corsica – af?da ad Alessandro Antonelli il progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’intera proprietà: il nuovo intervento ingloba la preesistente costruzione, mantenendone le parti nobili e recuperando ampie porzioni sia dei retrostanti rustici che del giardino. Dopo soli cinque anni dal completamento del progetto, Luigi Desanti muore e la proprietà passa quindi alle ?glie che il 29 dicembre 1880 vendono il fabbricato al cavalier Carlo Bossi, patriarca di un’importante e apprezzata famiglia del Contado novarese: alla sua morte – avvenuta nel 1927 – la casa passa per successione ereditaria al figlio Ettore, avvocato, benefattore e uomo di grande cultura che trasforma la residenza nel punto di riferimento della produzione culturale novarese. Numerosi sono i personaggi che abiteranno Casa Bossi nel corso degli anni, anche dopo la morte di Ettore, avvenuta nel 1951: dal giornalista, poeta e scrittore Ignazio Scurto con la moglie Olga Biglieri (in arte “Barbara” aeropittrice) all’architetto Luigi Vietti, illustre esponente dell’avanguardia architettonica italiana del XX secolo. Nel 1968 – scaduti il possesso e l’usufrutto del fabbricato da parte della vedova dell’avvocato – la proprietà di Casa Bossi passa al Civico Istituto Dominioni per confluire poi definitivamente nel patrimonio immobiliare del Comune di Novara (1990).
Il palazzo appare come la sintesi di tutti gli indirizzi tecnici e formali sperimentati da Alessandro Antonelli che, riutilizzando in parte il costruito già esistente, rinnova con quest’opera il tema della casa signorile fondendo le tipologie del palazzo urbano e della villa di campagna, così come suggerito dalla posizione stessa del fabbricato, affacciato sul baluardo all’epoca aperto verso il territorio. La concezione progettuale dell’intero edificio è modernissima: non esistono muri portanti, ma tutta la casa si eleva su pilastri e colonne disposti planimetricamente su un reticolo a schema geometrico. Un sistema di archi e volte ne completa tridimensionalmente la struttura. La decorazione di Casa Bossi è una diretta conseguenza del sistema costruttivo antonelliano e rivela il legame tra la configurazione formale e l’essenza strutturale dell’edificio. A differenza di molti fabbricati ottocenteschi, dove la scelta stilistica risulta un elemento ornamentale e accessorio della costruzione, nell’architettura di Antonelli l’adozione di ordini classici è invece inscindibile dal complesso delle motivazioni tipologiche, tecniche ed economiche dell’opera.