Visibile in un rilievo del 1935, il fabbricato che si sviluppava attorno a un cortile trapezoidale e che in una planimetria del primo ottocento veniva indicato come “sito d’antico Noviziato”, nasce sul sito prima dedicato al complesso dei Carmelitani di Via Borghetto (confiscato e smembrato dopo le soppressioni napoleoniche). Passato in proprietà all’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e demolito nel frattempo l’edificio, il terreno fu utilizzato per la costruzione dell’attuale Casa del Mutilato, su progetto redatto dall’arch. Alfredo Soressi in data 10 maggio 1938. I lavori affidati all’impresa Fratelli Camoni di Piacenza, hanno avvio il primo luglio 1939 e sono collaudati dall’ing. Antonino Gregori in data 17 maggio 1941.
Il fabbricato, realizzato quasi interamente in muratura di mattoni a facciavista, come l’antica chiesa adiacente, si evidenzia per il blocco centrale ottagonale caratterizzato dai due “fasci littori” (ora ridotti a semplici semicolonne) sormontati da aquile imperiali che serrano al centro l’ingresso e reggono la soprastante balconata semicircolare. Negli sfondati laterali, sopra le finestre in vetro-cemento, campeggiano due bassorilievi in terracotta, mentre altre sei formelle bronzee sono inserite nel cancello d’ingresso; opere tutte del giovane scultore Mario Muselli (era infatti nato a Grazzano Visconti presso Piacenza il 5 settembre 1914). L’interno è caratterizzato dall’atrio circolare con pavimento a mosaico e dal soprastante salone, anch’esso rotondo, movimentato dalle coppie di semicolonne (prive di base e capitello) che reggono una fascia continua aggettante posta alla base della copertura. I due piani sono collegati da una scala in marmo, che segue l’andamento curvo delle murature, cui fa da sfondo un’ultima scultura illuminata lateralmente da una finestra; altre quattro finestre, strette e lunghe diffondono la luce nel vano, attraverso vetrate colorate con stemmi e simboli. Nel suo complesso la Casa del Mutilato costituisce un importante esempio di “architettura razionalista” indispensabile per lo studio dell’edilizia nel periodo fascista a Piacenza.
