A circa tre chilometri da Alberobello, in contrada Albero della Croce, sorge la Masseria Gigante, conosciuta con il nome di Casa Rossa per il colore con cui è tinteggiata. Nata come scuola agraria sul finire del XIX secolo, per volere del sacerdote Don Francesco Gigante di Alberobello, svolse ben altre funzioni a cavallo della seconda grande guerra: fu luogo di internamento per ebrei e italiani politicamente pericolosi, in una prima fase, campo di prigionia per ex fascisti ed imputati di gravi fatti di sangue, in un secondo periodo, infine campo di concentramento per donne detenute con l’accusa di collaborazione con i tedeschi, tentato espatrio clandestino e prostituzione. Tutto ciò ha connotato la Casa Rossa come luogo di collettiva memoria e meta di manifestazioni civili e religiose.
Negli anni ’50 l’edificio tornò alla sua funzione originale diventando Istituto Tecnico Agrario fino all’istituzione in Alberobello dell’Istituto di Stato che fece chiudere la sede precedente. Assunta per alcuni anni a casa di rieducazione per minorenni, è in stato di abbandono dagli anni ’90. Nel 2007 la Regione Puglia l’ha dichiarata bene di interesse storico-artistico, provando ad avviare iniziative di valorizzazione culturale del bene
Sulla facciata principale vi è un grande portone d’ingresso alla cui sommità è riportata la data di fondazione della scuola di agraria: 1887. L’edificio ospita trenta stanze dislocate su tre piani che si affacciano anche su un ampio cortile interno.
L’opera d’arte più importante è rappresentata dagli affreschi della cappella.