Il palazzo era proprietà di un ramo della nobile famiglia Barbò e, dopo diversi passaggi di proprietà, pervenne nel 1838 alla Pia Causa Ermelinda Tinti. Questa istituzione di beneficienza si poneva l’obiettivo di ospitare nobili donne che per vari motivi erano cadute in disgrazia o erano state obbligate a lasciare la famiglia. L’elegante facciata è decorata con stucchi in stile rococò che adornano il portale e le finestre e un balconcino centrale in ferro battuto lavorato si apre in corrispondenza del grande salone di rappresentanza al primo piano.