Cascina Bellaviti è situata nel centro storico di Pozzuolo Martesana, a breve distanza dalla chiesa parrocchiale e dal Municipio. Si tratta di un articolato complesso architettonico, formato da quattro edifici disposti intorno a una grande area cortiliva. Sulla base delle mappe storiche è possibile identificare le parti più antiche nel corpo di fabbrica su vicolo Lupi Caccia e in quello a nord: essi sono infatti presenti nel Catasto Teresiano del 1721, mentre gli altri edifici compaiono solo nel successivo Catasto Lombardo Veneto del 1854. L’adiacenza al seicentesco Palazzo Suardi De Conturbia fa ipotizzare che la cascina costituisse un annesso rustico della dimora gentilizia, con accesso distinto rispetto al portale principale su via Manzoni.
La parte del complesso su vicolo Lupi Caccia si sviluppa su due livelli (A). Di notevole interesse è l’apparato murario sul fronte strada nel quale, oltre a estese tessiture in ciottoli di fiume posati a spina di pesce tipici dell’architettura rurale lombarda, si riconoscono mattoni di riutilizzo sia di epoca romana che di probabile epoca longobarda, elementi che attestano l’antica origine dell’insediamento e del suo contesto, oltre a documentarne l’elevata stratificazione architettonica. Il fronte sulla corte è caratterizzato da un portico a doppia altezza, schermato verso sud da un treillage. Su una parete è presente un dipinto raffigurante una Madonna con Bambino, firmata e datata “Fortunati Melzo 1924”: un’opera di carattere devozionale e popolare, testimonianza della storia della cascina all’inizio del Novecento. Il collegamento tra i due livelli è assicurato da una scala esterna con grandini in pietra e parapetto in ferro.
Sul confine ovest dell’area si trova un secondo corpo di fabbrica (B), che aveva esclusivamente uso residenziale: un piccolo volume rettangolare che si sviluppa su due piani a ballatoio.
I lati sud e nord (C e D) sono occupati da due grandi edifici che ospitavano le stalle e i fienili. Quello sul lato nord si sviluppa in parte su un piano, in parte su due livelli, con muratura in mattoni pieni e ciottoli di pietra, orizzontamenti in legno, orditura del tetto alla lombarda con struttura principale a capriate. Il fronte verso la corte è caratterizzato da un portico trapezoidale a cinque campate, su pilastri a cinque teste di mattoni pieni. Negli interni si conservano le mangiatoie, mentre il livello superiore era destinato al fienile. L’edificio sul lato sud è composto da due volumi distinti: un portico più basso e la stalla con fienile. Il portico ha una struttura portante a sei pilastri di mattoni pieni, parzialmente integrati nel muro di recinzione, con capriate lignee originali, e funge da accesso alla stalla posta in adiacenza verso ovest. Questo è uno degli elementi di maggior interesse dal punto di vista architettonico, in quanto conserva un impianto ‘basilicale’ con le mangiatoie in senso longitudinale. Lo spazio è scandito da sei pilastri in pietra, completi di capitelli lignei allungati a sostegno del solaio in legno, un sistema costruttivo di antica datazione, che ne fa un pregevole documento delle tecniche dell’edilizia rurale. Nel fienile è invece riconoscibile un intervento di sopralzo realizzato nella seconda metà del secolo scorso, con il prolungamento dei pilastri e la sostituzione delle capriate lignee con travi in c.a. precompresso e tiranti in ferro.
Nonostante la perdita dell’uso agricolo e gli effetti di un prolungato stato di dismissione che stanno comportando un progressivo degrado di tutto il compendio, nell’insieme il complesso conserva il significato di testimonianza dell’architettura e dell’economia rurale tradizionale e contribuisce a definire il volto storico dell’abitato.