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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
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CASCINA TRIGINTO

CASCINA TRIGINTO

Indirizzo: via Risorgimento
Comune: Mediglia
Provincia: Milano
Regione: Lombardia
Architettura / Cascina

Cascina Triginto costituisce, insieme alla chiesa secentesca di Santo Stefano Protomartire, all’ex Scuola Materna e al Municipio, il nucleo storico dell’omonima frazione di Mediglia. Si tratta di un vasto complesso rurale formato da corpi di fabbrica di varia destinazione funzionale, disposti attorno a un sistema articolato di aree cortilive.

Le vicende storiche sono state ricostruite in dettaglio da Sergio Leondi nel volume Storia di Mediglia, basato sui documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Milano. Le prime notizie relative all’area occupata dalla cascina risalgono al 1254, quando il Monastero Benedettino femminile di Sant’Ulderico di Milano, detto del Bocchetto, acquistò “una pezzetta di terra, overo vigna posta nel luoco et territorio di Triginto”. Nel 1425 risultava fittabile la famiglia Scaravaggi: l’accordo tra il Monastero e Christoforo Scaravaggio, che riguardava numerosi appezzamenti di terreno, includeva “case” bisognose “di molte reparationi […] perché alcune di esse coperte di paglia, et parte ancora discoperte”. Nel 1787 l’Istituzione religiosa venne soppressa e i beni confiscati.

L’area occupata oggi dalla cascina risultava già edificata nel Catasto Teresiano del 1722, seppur senza un preciso disegno dei singoli fabbricati, leggibili nella successiva mappa del 1866-87. In quell’epoca il compendio si articolava su due corti separate da una strada: la parte ovest si presentava con un impianto a C, con stallone e fienile sul lato nord, portici e depositi a chiudere gli altri due lati; la parte est era invece formata da un lungo edificio, formato in sequenza da casa padronale, alloggi dei salariati, stalla con fienile e portico. Di fronte a questi ultimi, in posizione isolata, si trovava un altro corpo rustico. Questo impianto, databile a un periodo compreso tra l’inizio del XVIII e la prima metà del XIX secolo si conservò fino alla fine dell’Ottocento quando, nella parte sud-ovest, vennero costruite le nuove case dei salariati (Corpo A), con un ampio porticato ad archi ribassati e soprastante loggia lungo tutto il fronte sud, pilastri con basamenti in ceppo, cornici delle aperture, fasce marcapiano e sottogronda in elementi laterizi. Sono inoltre da segnalare alcune accortezze di carattere tecnologico, quali il porticato rialzato dal piano campagna, la doppia esposizione dei locali atta a garantire una corretta aerazione interna, la presenza di un “taglio muro” per evitare l’umidità. Questi elementi denotano un’evoluzione dei modi costruttivi finalizzata ad ottenere maggiori condizioni di salubrità delle abitazioni, riconducibile a una fase di ricerca nell’ambito dell’organizzazione agraria e sociale sviluppatasi nei primi anni del Novecento, volta al miglioramento funzionale della cascina tradizionale e, al tempo stesso, delle condizioni di vita della classe contadina. L’attuale configurazione conferma in larga parte l’assetto documentato dal catasto del 1897-1901. Oltre alle case dei salariati, di cui si è detto sopra, si conservano lo stallone con soprastante fienile (Corpo B), un deposito su due livelli (Corpo C), una tettoia che si articola in tre campate con aperture ad arco chiuse da treillages in mattoni (Corpo D), l’ex casa padronale (Corpo E), sul cui tetto svetta un campanile a vela, con un volume parzialmente crollato in adiacenza, a nord. A est rispetto a quest’ultimo corpo di fabbrica si conservano le vecchie case dei salariati (Corpo F), davanti a cui è presente una pesa, una stalla con fienile (Corpo G) e un deposito (Corpo H), che formano un portico aperto sulla corte, mentre il fronte opposto è chiuso da treillages di mattoni. Riconducibili all’impianto storico appaiono anche due edifici isolati: un deposito su due livelli, costruito sull’asse centrale della cascina (Corpo I) e una stalla con fienile al centro della corte principale (Corpo L).
Tutti questi corpi di fabbrica formano un insieme omogeneo dal punto di vista formale e materico.
Attualmente tutto il compendio presenta alcune parti pericolanti, tra cui le coperture delle case dei lavoratori che stanno cedendo. Nonostante il precario stato conservativo dovuto alla dismissione funzionale e ad alcune addizioni di epoca recente, tra cui le tettoie in fibrocemento, la cascina conserva la piena leggibilità dell’impianto tipologico agrario di lungo periodo nel contesto di Mediglia.

Proprietà: Persona giuridica privata senza fini di lucro
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: D.S.R. 01/03/2019
Stato di conservazione: Cattivo
Ambito cronologico secolo: Dal XVIII al XIX