Il castello di Calanna è una fortificazione risalente al periodo normanno che domina la valle del Gallico. In realtà il castello sorse su di una preesistente fortezza bizantina, anche se esistono studi che attestano l’antropizzazione dell’area già nell’età del ferro.
L’antico toponimo di Calanna, dal greco Kale-amuna (buon riparo), disvela l’origine strategico-militare del sito. Fortificato sin dall’alto medioevo, questo antico borgo pre-aspromontano ha conosciuto il suo massimo splendore in epoca angioina, quando i registri della corte napoletana di Carlo d’Angiò segnalarono la presenza in loco di un maniero a pianta ottagonale. In seguito fu rimaneggiato e nel corso delle successive dominazioni perse d’importanza fino a subire gravi danni nel terremoto del 1783.
Oggi sono individuabili tra i ruderi una parte delle antiche mura di cinta, vari torrioni a base quadrilatera e cisterne per l’approvvigionamento idrico della fortificazione. È visionabile l’accesso alla torre d’angolo est, la torre-carcere. La cortina muraria era intervallata da cinque torri e due porte di accesso al pianoro, come testimoniato da una valutazione del 1646. La linea fortificata sul lato sud risultava discontinua a causa della conformazione del pianoro che impediva la risalita su quel versante. Alcuni dei reperti ceramici rinvenuti nel castello sono custoditi all’interno del Museo Archeologico Comunale di Calanna.