Se un edificio ecclesiastico risulta già negli estimi del XIII secolo, nulla si sa dell’esistenza di un castello presente forse già nel 1140, data in cui si cita “terra posit in loco et fundo Kalendasco in capite burgi”, definizione che presume l’esistenza di un borgo fortificato. Di sicuro si sa che nel 1346 il castello vien distrutto dai fuoriusciti piacentini, mentre ventisei anni dopo costituisce una dei caposaldi guelfi contro l’espansione del dominio visconteo; fallito il tentativo di arginare l’espansione milanese, Filippo Maria Visconti, ormai signore di Piacenza, crea nel 1412 conti della Val Tidone, comprensiva del feudo di Calendasco, Bartolomeo e Filippo Arcelli.
Passato successivamente ai Confalonieri, il maniero fu acquistato da Gian Galeazzo Sforza nel 1482. Nei secoli successivi si alternarono vari proprietari tra i quali gli Zanardi Landi assieme ai Benzoni, cui subentrano i Perletti; vi figurano pure gli Scotti e la congregazione del Rosario di Piacenza.
Architettonicamente il castello si presenta come una costruzione variamente articolata realizzata in muratura di mattoni con basamento a scarpa, che si eleva su un fossato quasi interamente ancora esistente, anche se non più allagato; sotto la merlatura corre, in alcuni tratti, una decorazione a denti di sega, tipica del periodo visconteo. Si accede al castello da due ingressi, posti sul lato sud (e quindi opposti al corso del Po, da cui potevano più facilmente arrivare eventuali attacchi nemici improvvisi): il primo di questi è munito di accesso carraio e pusterla, l’ingresso, che ha una bella cornice in bugnato di mattoni, immette in un androne coperto con una elegante volta ad ombrello, dal quale si accede al cortile quadrangolare. Un secondo ingresso, costituito da una porta carraia, completa di apparato a sporgere con cinque caditoie sopra le incassature dei bolzoni, dà accesso a un secondo cortile stretto e lungo.
Il complesso castrense, trasformato nel tempo in residenza, con annessi ambienti rustici e di servizio, presenta al piano terreno un grande salone con volta a crociera cui si sovrappone un ambiente con soffitto a cassettoni in parte dipinto; la sottostante cantina è coperta con volta a botte.