Il castello sorge nel comune di Villamassargia nell’omonima località del “Monte di Gioiosa Guardia”, a 396 m sul livello del mare. La struttura risale al XIII secolo, all’epoca della dominazione pisana in Sardegna ne faceva parte del sistema di fortificazioni che salvaguardava la “Curatoria del Sigerro” e i percorsi verso “Villa di Chiesa”.
Il Conte Alberto Della Marmora (1789-1863) durante il suo viaggio in Sardegna riporta che il castello era appartenuto prima alla famiglia Donoratico e che nel 1289 passò ai Pisani, per poi essere ceduto agli Aragonesi nel 1325. Nel 1355 il Re D. Pietro IV detto “il cerimonioso” (1319-1387) rinnovò le fortificazioni e mise delle truppe a presidio del castello. L’ultima menzione del castello risale al 1432 quando il Re Alfonso V di Aragona (1396-1458) lo diede al governatore di Cagliari Luigi Aragall (XIV-XV secolo).
La struttura dominava la piana del Cixerri ed era visivamente collegata con il castello di Salvaterra e di Acquafredda. Da quest’ultimo si differenzia perché costruito in un unico blocco a pianta quadrangolare asimmetrica e privo dell’antemurale. I primi ruderi che si incontrano sono quelli che probabilmente costituivano gli ambienti del “corpo di guardia”.
Alla base della torre del castello, sul lato sud-ovest, sotto il piano di campagna, è presente una cisterna di raccolta dell’acqua piovana. Sul lato est il muro della torre è ormai crollato; nella parete interna sono evidenti i segni di due piani in elevazione ed uno terreno; al secondo piano è visibile una nicchia con arco gotico.
Superata la torre si giunge nella zona dove doveva sorgere il castello di cui restano solo i ruderi e il tracciato degli ambienti al piano terra; le strutture murarie sono in pietra non squadrata, cementata con stratificazione orizzontale. All’estremo perimetro di nord-est l’imboccatura di una cavità sotterranea rivela la presenza di un vasto ambiente diviso nel senso trasversale da un muro di circa sessanta centimetri di spessore. Le sue pareti e la volta a botte, con residui di intonaco, sono costruite in blocchi squadrati come quelli agli spigoli della torre, ed appartenenti ad un tipo di lavorazione totalmente diversa dal resto del complesso.
La presenza di tubi di ceramica rossa, verniciata, indica che i due ambienti dovevano avere la funzione di cisterne per la raccolta e conservazione dell’acqua. Il castello perse d’importanza durante la dominazione spagnola, quando l’interesse militare si spostò dall’entroterra alle coste.

