Il castello di Alife occupa l’angolo sud-est del quadrilatero delle mura della città ed appare oggi come un’architettura molto stratificata, inglobata nel tessuto urbano. Originariamente il castello era costituito da un sistema di quattro torri angolari, a pianta circolare, di altezza media di 15 metri e con diametro di circa 10 metri con merlature. La struttura, dotata di fossato ed impostata a cavallo di un fiume, costituiva l’unico baluardo della città, situata in pianura e poco difendibile dagli attacchi.
Il primo nucleo del castello risale all’epoca longobarda, probabilmente fondato su preesistenze romane. Presa dai normanni, dopo il 1060, la struttura difensiva fu inserita nel nuovo sistema di mura della città e trasformata con alcuni consistenti interventi realizzati dai conti Rainulfo (1087) e Roberto (1087-1115). Da semplice castrum, l’edificio si trasformò in un castello fortificato, «munitionem castelli», così come definito da Falcone di Benevento con riferimento all’aspetto che esso aveva raggiunto all’epoca di Rainulfo secondo (1106-1139).
Attaccato e incendiato nel corso dei secoli XI e XII fu, nel 1229, restaurato per volere di Federico II, ad opera degli “uomini della terra, di Piedimonte e di Baia”. Nel XIII secolo feudo e castello passarono a Filippo d’Angiò, figlio di Carlo I, godendo ancora di importanza strategica e difensiva. Passato di mano ai vari conti che si alternarono al potere, subì presumibilmente danni dai terremoti che colpirono il territorio alifano a più riprese. Danneggiato dalle truppe regie e pontificie nel 1561, non fu più riparato. In rovina, non più valido per difesa a causa dei nuovi metodi di combattimento, perse ogni importanza e fu abbandonato.
Stravolto dalle trasformazioni urbane dell’inizio del XX secolo, il castello fu bombardato nel 1943. Restano oggi la torre a sud-ovest, integra, mentre la torre nord-ovest è stata modificata nell’altezza e svuotata; la torre di sud-est, invece, è inglobata in un’abitazione. Nel 1915 fu demolita in parte la torre di nord-est perché pericolante.
