Il Castello che oggi mostra perlopiù la sua facies ottocentesca pur conservando diverse e significative testimonianze delle sue fasi più antiche e domina la città e la valle del Medio Volturno. Di origine longobarda, costruito sui resti dell’Arx romana, nel IX secolo era tenuto da Teodorico, conte di Caiazzo. In epoca normanna, con la conquista del Regno da parte di Ruggero II, il castello viene dotato di una guarnigione permanente. Abitato sotto la dominazione sveva da Federico II, con gli Angioini fu di proprietà di Bonifacio di Galimberto, per poi passare nel 1269 nelle mani di Guglielmo Glignette. Successivamente furono padroni del castello i Sanseverino, gli Origlia, fino a Lucrezia d’Alagno, per volere di Alfonso I d’Aragona. Nel 1596 il feudo fu di Matteo di Capua, principe di Conca. Nel 1607 fu venduto a Bardo Corsi, patrizio fiorentino, che resse la città col titolo di Marchese dal 1623. Il feudo fu tenuto dalla famiglia Corsi fino al 1836, quando gli ultimi discendenti vendettero il castello al signor Giuseppe Andrea de Angelis. Il bene appartiene tuttora alla famiglia de Angelis. Il castello occupa il punto più alto della collina, con un circuito a forma quadrangolare, rinforzato da tre torri tonde negli angoli e da una torre quadrata nell’angolo nord-est. Attualmente vi si può accedere per due ingressi: uno posto a nord, alla fine di una lunga gradinata che, lambendo il muro perimetrale, termina sotto la grande torre quadrata; l’altro, posto a sud, al termine della strada che attraversa tutto l’antico fossato. L’accesso immette in un vasto cortile dove affacciano i vari corpi di fabbrica del castello. Il primo corpo di fabbrica a sinistra è la chiesa di Santa Maria a Castello, fatta edificare dal conte Roberto nel 1116, poi rifatta ed abbellita nel 1832 durante il marchesato di Americo Corsi. Alla chiesa si accede mediante una doppia rampa di scale posta al centro del cortile. Di fianco all’ingresso della chiesa si trovano anche le sale principali e nell’angolo sud-ovest, adiacente alla torre tonda si trova la famosa stanza dove la tradizione vuole che vi abbia dormito Federico II. Tutti gli ambienti di questo livello sono stati completamente trasformati nell’800, mentre risultano più originali e suggestivi quelli del livello sottostante, adibiti prevalentemente a deposito e locali di servizio. Tutti gli ambienti del livello inferiore sono caratterizzati da volte rette da arconi ogivali in tufo grigio, che configurano una spazialità tipicamente medioevale.