Si avvisano i gentili utenti che nelle giornate del 19, 20 e 21 aprile potranno riscontrare difficoltà sulla rete dati e di fonia a disposizione per aggiornamenti dei software interni. Ci scusiamo per il disagio.

DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
/
/
CASTRUM DI BARBAZZANO

CASTRUM DI BARBAZZANO

Indirizzo: LOC. BARBAZZANO
Comune: Lerici
Provincia: La Spezia
Regione: Liguria
Complessi archeologici / Insediamento urbano

La storia documentata di Barbazzano è rintracciabile dall’anno 1152 all’anno 1584.
Il borgo fortificato, strategicamente importante, ha avuto la sua origine in posizione chiave sulle vie conosciute di allora. Da Barbazzano, passava infatti l’antica via che metteva in comunicazione l’attuale litorale lericino con la vallata del Magra, ma soprattutto con il castrum di Ameglia, sede del Vescovo-Conte.
Oggi, il luogo si presenta in stato di abbandono. La testimonianza più rilevante e evidente è certamente la torre disposta sulla collina, visibile da buona parte del Monte Murlo, Bandita, Rocchetta e dal mare. A base quadrata, si erge sugli olivi, mancante alla sommità, per un’altezza all’incirca di otto metri. Sul suo lato anteriore, con un muro spesso ottanta centimetri, si apre la porta ad arco. A piè dell’arco si scorge, al culmine dello stipite destro, una pietra sporgente e forata, cardine dell’antico portone. Certamente si tratta di una delle porte di accesso alla città, ma forse una delle meno importanti, poiché dalla strada che scende dalla torre si giunge al canale d’Arlino, e da lì a Fiascherino, mentre dal lato opposto, a monte, si incrociano le vie che uniscono Barbazzano a La Serra, a Tellaro, Portesone, Capo d’Acqua e quella che si riunisce nei Senti con la via d’Ameglia. Le tre vie che al contrario scendono al mare, hanno come loro naturale destinazione le tre spiagge racchiuse tra la Punta di Mezzana e quella di Trigliano.
Ad un più attento esame, la porta della torre, si presenta stranamente incompleta, mancante della parte superiore all’arco, lasciando ad intendere un rifacimento in epoca posteriore a quella della costruzione, oppure, cosa più attendibile, ad un asporto di pietre sagomate che verosimilmente potrebbero aver trovato una nuova collocazione nella facciata della chiesa, dopo la visita pastorale del delegato Francesco Bottini del 1568. La chiesa, sul crinale, poco sotto la sommità della collina, non presenta alcun coro circolare e probabilmente nasce dal riutilizzo di una struttura militare, presumibilmente romana, già esistente. Lo dimostrerebbero le due feritoie arciere posizionate in modo da controllare il sovrastante crocevia e il raffinato arco ribassato con i cardini interni alla costruzione nonché l’originale alloggiamento del trave di chiusura. Dedicata a San Giorgio, secondo la documentazione, si presentava con tre altari e fonte battesimale in marmo bianco. Compare citata per la prima volta fra le carte del Monastero di San Venerio del 1280. Non presenta campanile ma non può escludersi l’utilizzo di una o più campane che avrebbero potuto alloggiare in una struttura lignea. Dopo il suo ultimo utilizzo a stalla, anche questa versa in stato di rudere.
La fine di Barbazzano ha dato origine ad interpretazioni discordi tali da confondersi con la leggenda, che vedrebbe il borgo distrutto e depredato da quei pirati Saraceni che infestavano il golfo e buona parte dei mari italiani, o forse dagli stessi uomini di Portovenere, durante la notte della vigilia di Natale tra gli anni 1562 e 1564. Queste tesi non possono essere suffragate da alcun supporto storico, lasciando anzi maggior spazio alla supposizione che la distruzione del borgo sia dovuta al crescere economico dei borghi limitrofi e all’abbandono del luogo da parte della popolazione, trasferitasi in altri centri in cui fosse molto più facile vivere.

Proprietà: Persona giuridica privata senza fini di lucro
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: DSR 19/10/2004
Stato di conservazione: Rudere
Ambito cronologico secolo: XIII SECOLO