L’ex Caserma Masini in oggetto fa parte di un articolato complesso costituito dalla Chiesa dei Santi Teresa e Giuseppe (XVIII secolo) e dall’ex Convento delle Carmelitane Scalze (XV secolo), poi trasformato in sede della Caserma Masini, che si trova nel quadrante sud-est del centro storico di Bologna, all’interno delle mura di Porta Santo Stefano, e occupa un intero isolato compreso tra Via Santo Stefano (a nord), Via Orfeo (a sud), Via Borgolocchi (a ovest) e l’area antistante la Piazza del Baraccano (a est).
L’ex complesso conventuale e militare si compone di diversi corpi di fabbrica: il nucleo antico che comprende il convento, l’ex chiesa interna e la cripta; un fabbricato, un piano fuori terra, lungo via Borgolocchi; un fabbricato, tre piani fuori terra, su via Orfeo; un fabbricato, due piani fuori terra, che si sviluppa lungo il muro perimetrale orientale; l’ex officina nella parte nord-est degli orti. Nonostante le modifiche approntate, per esigenze militari, nel corso del Novecento, è ancora possibile percepire l’assetto planimetrico e la consistenza strutturale del convento. I corpi di fabbrica del nucleo storico conventuale ruotano, infatti, attorno al piccolo chiostro e al grande chiostro, aperto sull’area degli orti, poi trasformata in piazzale per le esercitazioni, mentre gli edifici militari, un piano fuori terra, destinati a camerate e magazzini, furono costruiti, negli anni Venti e Trenta del Novecento, lungo il muro storico perimetrale del convento. La Caserma Masini è stata dismessa nel 1999 e ridotta in stato di abbandono: in questo periodo è stata individuata da numerosi artisti come spazio ideale per interventi di street art e writing. Nel 2017 si è tenuto qui il Festival Utepils, a cura di Urban Lives, il cui intento era quello di promuovere opere site-specific sul tema della socialità e dei beni comuni, omaggiare il lavoro dei writers e degli street artists, attivi all’interno dell’ex convento negli anni precedenti, e rafforzare così un dialogo con il quartiere e la cittadinanza focalizzando l’attenzione su un luogo abbandonato, ritenuto strategico per la rigenerazione urbana.