La Chiesa della Beata Vergine del Carmine, detta di San Rocco, è stata costruita nella seconda metà del secolo XVII per volere del marchese Diofebo Meli Lupi di Soragana, su richiesta dei Frati Carmelitani. I lavori sono stati condotti nel 1661 dal mastro Carlo Antonio Verda, progettista ed impresario dell’opera.
Dalle fonti dell’epoca, relative all’edificio sacro originario, risulta la grande povertà dei frati che inizialmente rasentava l’indigenza ma che
venne alleviata progressivamente da numerose donazioni. Negli anni, contemporaneamente all’aumento delle entrate finanziarie dei Carmelitani, vi fu un considerevole incremento negli arredi e negli oggetti di culto della chiesa e del convento.
Con il proposito di risanare le finanze del ducato di Parma – traendo esempio da quanto era avvenuto in quello di Modena, dove erano stati soppressi i piccoli conventi – Du Tillot, nel 1769, allontanò i Carmelitani da Soragna. Essi vi fecero ritorno nove anni dopo, ma nel 1780 il convento venne definitivamente soppresso ed i suoi beni patrimoniali, compresa la monumentale chiesa, furono assegnati al Conservatorio delle Orfane.
La chiesa si presenta oggi con una sobria e classica facciata, sormontata da un timpano decorato da obelischi moderni. Pare però, come testimonierebbe un affresco conservato nella Rocca Meli Lupi – il quale ne riproduce i lavori di costruzione – che in origine esso fosse fiorito da tre statue. Anche l’interno, a tre navate, appare armonioso e proporzionato, concluso da un ampio presbiterio a pianta rettangolare, pavimentato con i marmi provenienti dalla scomparsa chiesa dei Padri Serviti. Conserva diverse pregevoli testimonianze artistiche, prima fra tutte l’imponente altare maggiore in marmi policromi – con nicchia e statua della Beata Vergine con Bambino, in marmo – realizzato all’inizio del Settecento dallo scultore Alvise Da Cà.
Interessanti sono i due complessi altari laterali, ornati di figure in stucco (angeli oranti e cariatidi) del cremonese Giacomo Mercoli, che ospitano l’uno un quadro dipinto su muro raffigurante la Beata Vergine con Bambino – staccato nel 1666 da una cappella privata – l’altro la statua di legno di San Rocco. Importante per la storia dell’arte locale è anche l’organo – realizzato verso il 1732 da frà Giuseppe Patti, laico professo nel convento di Soragna – il cui mobile ligneo, compresa la cantoria (con pannelli inquadrati da cornici e dipinti a tempera con soggetti musicali), è uscito dalla locale bottega di Giambattista Galli.
Alle pareti della chiesa figurano, inoltre, quadri seicenteschi con belle cornici d’epoca.