La chiesa di Gesù e Maria, nel quartiere napoletano Avvocata, si sviluppa con una navata unica con cinque cappelle per lato e un ampio spazio absidale, con cupola e transetto irregolare.
Nel manoscritto seicentesco di Alvina è presente il riferimento al dono nel 1580 operato a favore dei Domenicani del terreno e della casa di Ascanio Coppola, cavaliere della piazza di Porto, e alla successiva fondazione della chiesa nel 1581 ad opera di padre Paolino Bernardini da Lucca. Dopo qualche anno, il complesso fu ampliato e ricostruito in forme più monumentali grazie al contributo di Ferdinando Caracciolo, conte di Biscari. Sigismondo aggiunge che dopo il primo edificio religioso voluto dai Domenicani, fu eretta una nuova architettura disegnata dal “Cavalier Fontana”. Il dato temporale rende l’attribuzione dubbia poiché, come riportato da Divenuto, Fontana fu a Napoli solo nell’ultimo decennio del Cinquecento. Probabilmente l’architetto ticinese fornì un disegno che fu alterato nel Seicento senza cancellare l’impostazione del prospetto. Nel corso degli anni la chiesa assistette a numerosi interventi e trasformazioni come l’ammodernamento delle aperture della cupola nel 1644.
Il decadimento del monastero si ebbe nell’Ottocento quando la politica francese impose la confisca dei beni ecclesiastici e la soppressione degli ordini religiosi. Con la restaurazione nel 1863, la chiesa passò a una Confraternita e il complesso fu affidato alle religiose agostiniane e rifunzionalizzato in ospedale. Segnalata in stato di degrado già alla fine del XIX secolo, la chiesa fu prima chiusa nel 1979, perché pericolante e soggetta a furti, e l’anno successivo subì ulteriori danni a causa del terremoto dell’Irpinia.
La chiesa presenta, sia all’interno che all’esterno, elementi architettonici e apparati decorativi di pregio, attribuiti a Donato e Francesco Vanelli, Belisario Corenzio e Bernardo Azzolino. Oggi la chiesa è completamente in disuso con l’accesso interdetto e con un sagrato abbandonato e completamente invaso da vegetazione infestante. I prospetti esterni mostrano un avanzato stato di degrado delle superfici architettoniche soprattutto a causa del dilavamento e dei depositi superficiali.

