Il complesso chiesastico sorge isolato sulla sommità del colle che unisce Sommacampagna a Sona, immerso in un pregevole contesto paesaggistico, coltivato a vigneti e uliveti, da cui si domina la campagna sottostante.
Alcuni fonti bibliografiche riferiscono della presenza in questa sede, tra il 1222 e il 1230, di un ospizio curato dai Frati Minori Conventuali, mentre la documentazione archivistica attesta con certezza l’esistenza della chiesetta con annesso cenobio agli inizi del Quattrocento: soppresso in seguito al breve pontificio del 1656, il compendio nel 1669 ritornò nuovamente ai francescani che vi rimasero fino alla metà del Settecento, quando furono costretti ad andarsene definitivamente.
Nonostante le successive modifiche, sia strutturali che decorative, le origini tardo romaniche della chiesetta, in laterizio intonacato, ne caratterizzano ancora l’aspetto: nel fronte a capanna, rigorosamente orientato ad ovest, tra due finestre oblunghe si apre l’elegante portale rettangolare con stipiti e architrave in marmo rosso, sovrastato da una lunetta cieca oltre la quale un piccolo occhio centrale converge la luce in direzione dell’altare maggiore.
L’interno, con tetto a capriate, conserva la pavimentazione in cotto interrotta dalle numerose pietre sepolcrali in marmo che individuano tombe terragne di benefattori ed eminenti personaggi del luogo; di particolare rilevanza sono le testimonianze pittoriche leggibili su tutte le pareti dell’unica navata, che illustrano le storie della vita di S.Francesco d’Assisi. Il ciclo narrativo, ascrivibile al XVII secolo, appare gravemente danneggiato per la presenza di vari strati di scialbo di calce, per la diffusa umidità di imbibizione e risalita e le pessime condizioni dei supporti murari che evidenziano la necessità di urgenti interventi di consolidamento e risanamento.
Il primo altare a sinistra custodisce la tela raffigurante San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano: qui collocata nel 1717, la sacra mensa evidenza un paliotto in eleganti marmi policromi mentre l’alzata, inquadrata tra due colonne con capitelli ionici reggenti un timpano triangolare, è in legno dipinto a finto marmo. L’altare successivo in stile barocco è dedicato alla Madonna e fu realizzato nel 1712: sulla mensa in marmi di vari colori si impostano due colonne marmoree che delimitano lo spazio della nicchia in cui è ospitato un affresco rinascimentale che riproduce una Madonna con Bambino.
Nella piccola abside a pianta rettangolare, tre gradini in rosso di Verona portano all’altare maggiore con tabernacolo e tempietto, molto frequente nel XVIII secolo. I due accessi barocchi che lo corredano ai fianchi immettono nel modesto coro retrostante dove è conservata la grande pala che raffigura Maria col Bambino in gloria e i Santi Francesco, Sant’Antonio da Padova e San Bernardino da Siena, ad ulteriore conferma della presenza dei Frati Minori nel complesso in esame.
Accanto all’ingresso si trova un pregevole piliere, probabilmente risalente al XV secolo, in marmo rosso poggiante su un pilastro cilindrico, con bacile a coppa, impreziosito da uno stemma recante un’immagine bifronte scolpita a bassissimo rilievo, caratterizzato da marcate costolature che confluiscono nell’elegante capitello di foggia tardogotica che lo sorregge.
Adiacente alla chiesa si erge una torre colombara su tre piani la cui struttura muraria, in pietra e mattoni disposti a lisca di pesce, ne evidenzia l’origine medievale.