I ruderi della chiesa medievale di Sant’Apollinare in contrada Purgatorio, frazione di Rutigliano, costituiscono una testimonianza dell’eccezionale ricchezza di segni, stratificatisi l’uno sopra l’altro nel corso dei secoli, presenti in questo territorio.
L’edificio, raggiungibile tramite una stradina situata sulla provinciale 122 che da Rutigliano porta a Turi, è di difficile datazione anche se la sua conformazione, ad aula unica con cupole in asse, piccole nicchie laterali e l’abside semicircolare orientato a est, piuttosto diffusa nella regione pugliese e in ambito mediterraneo nel periodo pre- romanico, consente di far risalire l’edificio ad un periodo compreso tra il X e l’XI secolo. Non solo. I diversi ritrovamenti archeologici compiuti in quest’area e nelle immediate vicinanze, alcuni ancora visibili e lasciati in totale abbandono, sembrerebbero attestare la presenza intorno alla chiesa di un insediamento abitativo tra il VI e il X-XI secolo, di cui, quindi, il rudere testimonierebbe solo l’ultima fase.
Il fatto che la chiesa fosse dedicata a Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna, è dovuto a quel processo di bizantinizzazione della regione Puglia avviato dalla riconquista di Basilio I, imperatore bizantino dell’867. Bari, inoltre, era il cuore di due importanti unità amministrative bizantine: il Tema di Langobardia e il Catepanato d’Italia.
Per i pellegrini che nel Medioevo percorrevano la via Francigena verso la Terra Santa, Sant’Apollinare doveva rappresentare una delle tante ben visibili e agognate tappe di ristoro fisico e spirituale sul cammino della vecchia via Appia Traiana.
Oggi, purtroppo, della chiesa possiamo apprezzare solo lo scheletro.