La chiesa di San Carlo, realizzata tra il 1610 e il 1631, alla fine della Seconda Guerra mondiale si trovava in condizioni precarie, soprattutto a causa del crollo del tetto. Nel 1947 l’allora sindaco di Monteforte Livio Antonioli diede l’ordine di demolirla ma due pittori montefortiani, Ruggero Rizzini e Moreno Zoppi, si opposero a questa decisione chiedendo l’intervento della Soprintendenza ai monumenti.
Grazie a questa presa di posizione la demolizione fu sospesa e arrivò un finanziamento ministeriale che fu utilizzato per restaurare il tetto. Infine, nel 1963, l’ing. Aldo Trezzolani (ultimo proprietario della villa) morì; nel suo testamento nominò erede universale la Provincia veneta di Sant’Antonio dell’Ordine dei Frati minori di Venezia. I frati, dopo aver ricevuto l’eredità , si affrettarono a vendere tutto; però non hanno mai vantato alcun diritto né mai compiuto atti possessori sulla chiesetta di San Carlo che, tra l’altro, non venne citata nei documenti riguardanti la successione.
Nel corso degli anni, purtroppo, l’interno della chiesetta di San Carlo è stato spogliato di ogni suppellettile e di molti frammenti di stucco e marmo, dato che chiunque poteva forzare la porta ed entrare. L’altare in marmo, attribuito allo scultore veronese Domenico Curtoni, ha colonne con capitelli ionici e pulvini che sorreggono il timpano; un tempo conteneva una pala del pittore veronese Claudio Ridolfi (1570-1644) che raffigurava Maria Vergine col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Francesco d’Assisi e Giovanni Battista; l’opera, però, scomparve subito dopo la Seconda Guerra mondiale.
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