I Gesuiti fecero il loro ingresso a Busseto nel 1613 su iniziativa del duca Ranuccio I Farnese ed inizialmente si stabilirono in un edificio privato, con l’autorizzazione ad officiare nella chiesa di Sant’Antonio. Pochi anni dopo il nobile bussetano Pietro Pettorelli lasciò all’ordine tutte le sue sostanze, con la clausola che fossero utilizzate per ampliare il collegio, fornirlo di una biblioteca per istruire i giovani del posto e dotarlo di un nuovo luogo di culto; i lavori del grande complesso iniziarono nel 1617 e l’antica chiesa di Sant’Antonio fu abbattuta per lasciar posto ad un nuovo edificio dedicato a sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù; la nuova chiesa, progettata dall’architetto Francesco Pescaroli, fu tuttavia terminata nelle strutture solo nel 1682, mentre le decorazioni barocche degli interni furono completate nel 1687. Nel 1768 il primo ministro Guillaume du Tillot decretò l’espulsione dal ducato di Parma e Piacenza dei Gesuiti, che furono costretti ad abbandonare tutti i numerosi istituti che gestivano; a Busseto cercarono di rientrare nel 1796, ma senza successo. Il collegio fu quindi adibito a edificio scolastico, frequentato poi anche da Giuseppe Verdi; in seguito fu trasformato in abitazione privata, caserma e ospedale, fino all’attuale utilizzo quale casa protetta; a causa dei cambiamenti di destinazione, gli interni furono modificati più volte e adattati alle nuove esigenze; soltanto la ricca biblioteca sopravvisse in quanto traslata nel vicino palazzo del Monte di Pietà.