La chiesa di Santa Maria della Sapienza è un edificio religioso situato nel quartiere napoletano San Lorenzo, in via Costantinopoli. Essa presenta una navata unica coperta a botte con cappelle laterali e una cupola semisferica in corrispondenza del presbiterio sormontata da un lanternino, poggiante su pennacchi. Il pronao, probabilmente opera di Cosimo Fanzago, conferisce maestosità e un effetto scenico all’ingresso.
I lavori della chiesa, costruita su progetto di Francesco Grimaldi nel 1625, furono portati avanti da Giovan Giacomo Conforto fino al 1630, lasciando la direzione del cantiere all’ingegnere Orazio Gisolfo. Fu in questo periodo che architetti quali Cosimo Fanzago e Dionisio Lazzari lavorarono alla facciata del tempio. La direzione del cantiere degli esterni è da attribuire al Fanzago, mentre del Lazzari sono gli abbellimenti in marmo bianco. Per la progettazione della facciata alcune fonti fanno, tuttavia, riferimento al Conforto. Tra il 1632 e il 1634 si inaugurarono gli interventi per la costruzione della cupola e del campanile ai quali lavorò Giacomo Lazzari dotando l’architettura anche di un lanternino, affrescato da Belisario Corenzio. Il monastero annesso alla chiesa fu parzialmente demolito alla fine del XIX secolo per lasciar posto alla costruzione del Policlinico, che si erge alle spalle della struttura: la parte superstite ospita poche monache, che fanno servizio di accoglienza per le studentesse fuori sede. L’interno della chiesa è decorato con marmi policromi e composizioni in marmo bianco e ardesia, come nel caso della pavimentazione del coro delle monache in quadretti di marmo bianco ed ottangoli di ardesia. I dipinti su tavola e su tela sono stati rimossi a scopo preventivo. La struttura della chiesa contiene, inoltre, l’interessante Cappella della Scala Santa.
La chiesa risulta chiusa da settant’anni e in disuso. Si rileva la non percorribilità dei passaggi, in parte murati, agli ambienti dietro l’altare maggiore, il coro delle monache, alla Scala Santa, a destra della chiesa; nonché al matroneo un tempo chiuso da gelosie lignee ora non più presenti. Si riscontra, inoltre, la presenza di fessurazioni localizzate negli elementi strutturali, quali volta, pennacchi e cupola e un discreto stato di conservazione di affreschi, marmi e maioliche minati dalla presenza di volatili e di umidità.