La chiesa di San Salvatore di Sotto fu edificata seguendo i canoni dello stile romanico, attualmente sconsacrata. È così chiamata per distinguerla dalla chiesa di San Salvatore di Sopra che fu costruita al di fuori delle mura della città oltre Porta Romana.
La piccola chiesa sorge a sud della Zona Caldaie, sulla sommità di un poggio che la tradizione ascolana identifica col nome di Colle di Marte, ai piedi di colle San Marco. La dedicazione del luogo al dio pagano della guerra fa presumere che vi fosse un tempio per la sua adorazione. Questo potrebbe essere confermato dal ritrovamento delle mura di fondazione della chiesa che sono di epoca romana. La storia narra che fu lo stesso sant’Emidio a volere la demolizione del tempio e la sua sostituzione con un oratorio dedicato a “Dio Salvatore e Principe della pace”. San Romualdo di Ravenna, fondatore dell’Ordine dei benedettini camaldolesi, verso la fine del primo decennio dell’anno 1000, di passaggio nella città di Ascoli, vi fondò un monastero. Tra il 1048 ed il 1068 il cenobio fu dato in concessione all’abbazia di Farfa, e nel 1300 risultava trovarsi sotto la competenza dell’abbazia di San Salvatore Maggiore di Rieti. La bolla di Papa Bonifacio VIII, del 17 febbraio 1300, custodita presso l’Archivio di Stato di Ascoli, conferma il passaggio degli abati di Farfa. Quando i monaci camaldolesi si trasferirono presso Sant’Angelo Magno, nel quartiere della Piazzarola, la chiesa ed il monastero rimasero abbandonati. Il degrado di San Salvatore di Sotto, nel corso dei secoli, fu dovuto anche ai diversi passaggi di proprietà che subì, e nell’anno 1929 si verificò il crollo del tetto.