La chiesa di San Geronimo dei Ciechi, sito religioso nel quartiere napoletano Porto, chiude il vicolo cui si accede dalla calata Santi Cosma e Damiano. L’edificio è a navata unica e fiancheggiata da tre cappelle per lato, con dimensioni differenti. In facciata si trova una lapide in marmo ricorda la Congregazione di San Girolamo dei Ciechi e un’edicola votiva con la Madonna e due Santi, posizionate ai due lati dell’accesso principale, dotato di un bel portale in piperno. È presente un piccolo campanile a pianta quadrata e con tetto piano.
Le origini della chiesa potrebbero risalire a prima del 1329, datazione di un documento citato da Capasso, in cui si legge dell’esistenza di un edificio sacro a San Bartolomeo, forse l’antica chiesa del monastero del Santo Sepolcro. Analizzando la conformazione urbana del sito in cui sorge la chiesa, si può ipotizzare che il corpo dell’edificio fosse in un primo momento isolato per poi essere completato con ambienti annessi, rimanendo sempre in diretto contatto con il blocco di San Giovanni Maggiore attraverso un supportico. Nel XVI secolo Araldo definisce ancora la chiesa “di San Bartolomeo” e la colloca “all’incontro di Santa Margherita”, riferendosi alla trecentesca chiesa di Santa Margherita de Ferillis, sita allo sbocco della calata dei Santi Cosma e Damiano in via Sedile di Porto. Il Celano riporta l’informazione che essa sia stata fondata nel XVI secolo e dedicata al dottor San Girolamo dei Ciechi che nei giorni festivi vi si adunavano per ascoltare la messa, ricevere i sacramenti e ricavare qualche elemosina. La chiesa fu più volte restaurata, come attestato da un atto notarile del 1637 e dagli stucchi barocchi che impreziosiscono la facciata e rimandano a un intervento forse settecentesco. Al piano superiore vi era la sede della Congregazione di San Geronimo dei Ciechi, attualmente abitazione privata, cui si accedeva da una scala in vico San Geronimo.
Oggi la chiesa versa in uno stato di degrado e abbandono. Priva di una funzione e inaccessibile a causa dei danni riportati dopo il terremoto del 1980, San Geronimo dei Ciechi mostra una facciata con critici problemi conservativi di intonaco, stucchi e decorazioni in piperno. Le finiture sono lacunose su tutti e tre i fronti liberi e il tufo, esposto agli agenti atmosferici, risulta eroso. In copertura è presente un terrazzo con parapetto in muratura di tufo che scarica le acque in tre pluviali a vista sul fronte laterale.